GELA – L’ex Ministra dei Trasporti Paola De Micheli domani sarà a Gela per fare il punto sullo stato dell’arte dei temi più cari al Sud del Paese. L’occasione è un’iniziativa, organizzata da Peppe Di Cristina (referente regionale della mozione De Micheli al congresso dem, alla quale prenderanno parte il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo e il capogruppo all’ARS, Michele Catanzaro. De Micheli mette in guardia dal ddl Calderoli sull’autonomia differenziata e bacchetta il presidente della Regione Schifani. De Micheli non lesina critiche nemmeno al progetto del Ponte sullo Stretto targato Matteo Salvini. E si toglie qualche sassolino dalla scarpa sulla nuova maggioranza del Pd a guida Schlein.
De Micheli, parliamo un po’ di Mezzogiorno e Sicilia. Che rischi corre il meridione con l’autonomia differenziata di Calderoli?
Rischia un aumento esponenziale delle disuguaglianze soprattutto sul fronte sanitario ed educativo. Credo che anche i governatori di destra della Calabria e della Sicilia dovrebbero opporsi con energia a questa ipotesi. E poi faccio un appello ai cittadini, di dimostrare il loro dissenso a questa autonomia differenziata che renderà il Sud ancora più lontano dal Nord.
Il presidente Schifani però ha dato il via libera in conferenza Stato-Regioni. Come se lo spiega?
Ha sbagliato e corre il rischio di avere commesso un errore che sarà pagato dai siciliani non da lui. Ha votato per dinamiche di maggioranza ma l’autonomia ha una ricaduta così pesante sulla vita delle persone che non può essere svenduta per questioni interne al centrodestra. E’ lo stesso errore che ha fatto Occhiuto. Devono capire che a pagare le conseguenze negative dell’autonomia saranno i cittadini che invece hanno bisogno di una buona istruzione e di una buona sanità. La deriva è molto pericolosa.
Il Ponte sullo Stretto era anche un suo cavallo di battaglia, che cosa non la convince del progetto di Matteo Salvini?
Il progetto di Salvini è irrealizzabile per due motivi. Il primo è che viene gestito dalla società del ponte sullo stretto, che non ha superato i problemi giuridici economici e organizzativi. credo che debba essere un’opera pubblica a guida ferrovie dello stato attraverso Rfi e Anas, che appalta ad una società di costruzioni privata l’opera. nel nostro modello sarebbe stato così, regole certe, tempi certi, responsabilità certe. riproporre il vecchio schema societario e’ un errore. il secondo problema è il progetto in sé. la commissione presieduta da catalano (che era il capo dell’unità di missione del Mit) aveva fatto proposte progettuali con un impatto ambientale minore, che non devasterebbe le coste della Calabria e della Sicilia, ma che insisterebbe su aree già infrastrutturate. il rischio per Villa San Giovanni e Messina è un impatto devastante su ampie quote del territorio. il basso impatto ambientale di una grande opera è fondamentale per poterla realizzare. io continuo ad essere convinta che il ponte si debba fare e che debba unire l’alta velocità Salerno-Reggio (il cui progetto lo abbiamo finanziato quando eravamo al governo) e la Messina-Catania-Palermo (che abbiamo sbloccato). questo disegno infrastrutturale è quello che serve al sud e all’Italia e se Salvini vuole davvero arrivare all’obiettivo deve ripartire da quella relazione e tutto sarà più agevole e realizzabile.
Passiamo al partito. Lei ha detto che Pd di Elly Schlein è troppo movimento e poco partito. La pensa ancora così? Ci spiega perché teme una deriva movimentista?
Non è detto che sia una deriva, magari chi l’ha votata preferisce un partito-movimento e non un partito solido. Io sono per il partito solido, lo sono sempre stata anche ai tempi di Renzi. il punto è che i segnali di Schlein vanno in questa direzione. Il capo dell’organizzazione del partito si è iscritto al Pd poco prima di entrare in segreteria e ha una formazione movimentista. Ieri a fronte delle mie richieste in direzione relative al futuro del partito non ho avuto risposte. poi la maggioranza valuterà ma rimango convinta che il Pd, pur avendo una esigenza di modernizzazione, debba rimanere presente ovunque, è un timore fondato per chi la pensa come me. Continuo a credere che una delle forze del Pd sia la presenza sul territorio e la solidità della sua organizzazione.
Darete un contributo unitario alla nuova maggioranza del partito?
Assolutamente sì. Noi abbiamo una proposta di riforma del partito che è quella della mozione che se ci verrà data la possibilità di discutere ribadiremo nelle sedi opportune. Ieri nel mio intervento ho fatto due proposte alla segreteria Schlein. La prima è quella di riunire le opposizioni per fare insieme sul Pnrr, che è patrimonio comune, una proposta al governo, che ha un approccio corporativo sull’attuazione. che il Pd guidi un percorso verso proposte concrete, consapevole che il Pnrr per noi, per il movimento 5s e per il terzo polo è un tratto identitario ottenuto quando eravamo al governo insieme. La segretaria nella replica ha accolto questa proposta. La seconda è stata quella di contrapporre al modello di autonomia il nostro modello di sanita’, che risponda all’aumentato bisogno di salute dei cittadini. noi non ci fermiamo. continueremo a essere attivi e propositivi nonostante la decisione della segretaria di non coinvolgerci nella segreteria nazionale.