GAZA – Israele continua a bombardare Gaza. Un nuovo corso di violenza scuote la striscia di Gaza da quando è stato ucciso il capo militare del partito di Hamas. Il premier israeliano Benjamin Netanyauh ha ordinato questi attacchi come rappresaglia dopo gli attacchi alle forze armate.
Quella di Israele sembra essere una ritorsione dovuta agli attentati compiuti nelle scorse settimane da parte dei miliziani al comando di Jaabari. Attacchi che nelle scorse ore si sono fatti più intensi, pur senza aver provocato morti tra la popolazione civile.
La situazione, dopo questa escalation di violenza nei territori al confine tra Israele e i territori palestinese, diventa sempre più pericolosa e turbolenta in una regione martoriata dalla guerra civile siriana e il precario equilibrio della Giordania. Un portavoce dell’esercito israeliano ha spiegato che le forze armate non hanno condotto alcun attacco nella Striscia di Gaza da quando vi è entrato il premier egiziano Hisham Kandil, arrivato nella Striscia in veste di mediatore.
Al contrario però non si fermano i razzi palestinesi verso Israele: un missile anticarro sparato da Gaza ha centrato una fuoristrada utilizzata da giornalisti israeliani mentre si trovava a ridosso della Striscia di Gaza. Il veicolo è stato distrutto, ma non sembrano esserci state vittime. In precedenza, da Gaza una milizia locale aveva annunciato di aver distrutto una jeep dell’esercito israeliano.
Ieri i razzi lanciati dalla Striscia di Gaza hanno bersagliato, dopo 21 anni, anche Tel Aviv, la città più popolosa dello stato di Israele. Sul fronte israeliano a due mesi dalle elezioni politiche, la destra di governo e l’opposizione di centro-sinistra si sono ricompattate in clima di guerra concordando, salvo pochissime eccezioni, sull’attacco contro la Striscia di Gaza.
Il ministro della difesa Ehud Barak ha ordinato il richiamo di sedicimila riservisti, che lascerebbe intendere la preparazione di una operazione di terra. Mentre i media ieri davano la notizia che la fanteria dell’esercito israeliano era in marcia verso il confine con la Striscia di Gaza. Le parole del primo ministro egiziano, Kandil, descrivono questi attacchi come un’aggressione. Sempre secondo il premier egiziano il suo paese non si risparmierà per raggiungere un accordo di pace. L’Egitto, spiega il premier egiziano, non risparmierà alcuno sforzo per raggiungere una tregua. La “seconda guerra di Gaza”, come già gli esperti la chiamano, sta entrando nel suo terzo giorno.