CATANIA – “Sembra che gli eventi gridino al miracolo. L’accordo di pace nel conflitto a Gaza è stato siglato. Avevamo auspicato che la ricorrenza del 7 ottobre potesse portarci al traguardo di anni così difficili. Tutti siamo felici del risultato e del ritorno dei nostri figli a casa”. Lo afferma il Presidente della comunità ebraica di Catania, Baruch Triolo.
“Questo evento – aggiunge – sigla soprattutto un grande equilibrio costruito con tanta fatica e molte perdite in tutto il medioriente”. “Questo è anche un grande dato storico. Il merito – continua – va alle grandi democrazie mondiali ed al nuovo approccio democratico raggiunto da tutti i paesi arabi”.
“Adesso – conclude Triolo – il grande sforzo è nel mantenere le promesse e l’equilibrio fin qui raggiunto. Il livello di guardia rimarrà alto fino alla completa serenità sui territori .
Presidente islamici Sicilia, affrontare futura governance Gaza
“L’accordo tra Israele e Hamas per la prima fase del piano di pace a Gaza costituisce un passo di rilevanza significativa nel lungo conflitto israelo-palestinese“. Lo afferma il presidente della comunità islamica della Sicilia, e vice presidente dell’ Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia, Abdelhafid Kheit.
“La Striscia di Gaza – aggiunge – ha conosciuto decenni di conflitti, sofferenze civili e crisi umanitarie, rendendo ogni iniziativa volta al cessate il fuoco un elemento cruciale per la stabilità della regione. Il recente accordo, mediato da attori internazionali come Stati Uniti, Qatar, Egitto e Turchia prevede il rilascio di prigionieri palestinesi, la restituzione di ostaggi israeliani e l’apertura di corridoi umanitari, interventi che possono attenuare immediatamente la sofferenza della popolazione civile”.
Un incoraggiamento verso la giustizia e la pace
“Da musulmano – continua Kheit che è anche Imam a Catania – dico che questo accordo può essere interpretato come un incoraggiamento verso la giustizia e la pace, valori fondamentali nella tradizione islamica. Il nostro libro sacro il Corano infatti, invita esplicitamente alla conciliazione”.
“La liberazione dei prigionieri palestinesi e l’apertura di corridoi umanitari – evidenzia Abdelhafid Kheit – rispecchiano questo principio, sottolineando l’importanza della misericordia, della dignità e del rispetto dei diritti umani. Tuttavia, la fase iniziale dell’accordo non affronta ancora le questioni strutturali fondamentali: la governance futura di Gaza, la sicurezza a lungo termine e il riconoscimento dei diritti politici ed economici del popolo palestinese”.

