22 Ottobre 2014, 20:40
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PALERMO – Tanti sospettati, nessun colpevole. L’assassino della signora delle parrucche l’ha fatta franca. Il giudice per le indagini preliminari Lorenzo Iannelli ha accolto la richiesta di archiviazione della Procura.
Antonietta Giarrusso, il 30 aprile del 2012, fu massacrata con 27 coltellate dentro il suo negozio di parrucche in via Dante, a Palermo. Aveva 63 anni. Qualcuno entrò nella bottega in pieno giorno. Agì con “efferatezza”, come scrive il giudice, e “non era un balordo”. Era, però, uno che conosceva benissimo la vittima tanto da farsi aprire, uccidere, e uscire chiudendo la porta come se nulla fosse accaduto. Si accanì contro una donna a cui “tutti volevano bene”. Sono state battute tutte le piste investigative, anche le più remote, senza esito alcuno.
Sono state una quindicina le persone sospettate. Il sangue trovato sulla tenda del negozio consentì di isolare il Dna dell’assassinio. Che, però, non apparteneva ad alcuno dei sospettati. Amici, parenti, conoscenti, commercianti della zona e persino un transessuale, cliente della Giarrusso abile a soddisfare, con la sua maestria artigianale, la voglia di apparire donna di chi ha scelto di non essere uomo.
Un delitto efferato consumato con un coltello e un paio di forbici. Ventisette colpi scagliati con forza contro la donna che provò pure a difendersi. E così quello di Ninetta Giarrusso resterà uno dei tanti delitti irrisolti di una città dove un assassino può restare impunito.
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22 Ottobre 2014, 20:40