PALERMO- “Per carità, che non si dica che questa è la ‘legge Dell’Utrì: non ne sapevo niente e mi lascia persino perplesso”. Così Marcello Dell’Utri, in una intervista alla Stampa, commenta il ddl presentato (e poi ritirato) da Luigi Compagna per dimezzare le pene per il concorso esterno in associazione mafiosa, reato per il quale l’ex senatore del Pdl é in attesa di giudizio della Cassazione. Dell’Utri è a Santo Domingo per “risolvere il problema della mia casa, visto che la Procura di Palermo, il solito Ingroia, ne aveva chiesto il sequestro dipingendomi come Al Capone”.
Ma “non scappo”, assicura, “non farò il latitante a 72 anni. E non avrò neanche il beneficio dell’età perché non vale per i reati di mafia”. Ribadendo di non sapere assolutamente nulla della proposta, Dell’Utri spiega che “discutere della pena non è importante. A me sembra più istruttivo dire se questo reato c’é o non c’é. E visto che nel codice non c’é ma viene punito grazie a una sentenza della Cassazione che lo paragona a un reato edittale, sarebbe meglio tipicizzarlo”. “Berlusconi – dice – è un amico. Lo sento, segue le mie vicissitudini ma anche le mie vicende famigliari. Comunque lo sento anche abbastanza preoccupato per il Paese ma al tempo stesso fiducioso. Viviamo tempi difficili”.