Denise, controlli su una ragazza | Ma risultano negativi - Live Sicilia

Denise, controlli su una ragazza | Ma risultano negativi

Deposizione di Fabrizio Foggia, che soltanto dopo la lettura di alcuni stralci di un verbale 2006 ha detto di ricordare alcune delle dichiarazioni rese allora.

A Marsala il processo
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MARSALA (TRAPANI) – Parecchi vuoti di memoria nella deposizione resa da Fabrizio Foggia, 27 anni, ex fidanzato di Jessica Pulizzi, al processo davanti al tribunale di Marsala per la scomparsa della piccola Denise Pipitone, avvenuta a Mazara del Vallo (Tp) il primo settembre 2004, quando aveva poco meno di quattro anni. Imputati sono Jessica Pulizzi, 25 anni, sorella (per parte di padre) della bambina rapita, che è accusata di concorso in sequestro di minorenne, e il suo ex fidanzato Gaspare Ghaleb, 27 anni, accusato di false dichiarazioni al pm.

Solo dopo la lettura, da parte del pm Sabrina Carmazzi, di stralci del verbale redatto dai carabinieri il 14 gennaio 2006, quando Foggia fu interrogato per la prima volta, il teste ha detto di ricordare alcune delle dichiarazioni allora rese. “Con Jessica ci siamo incontrati – dichiarò nel gennaio 2006 il teste – anche dopo la scomparsa di Denise. Ero al forno dove lavoravo, il panificio di Antonio Marrone. Poi, ci siamo allontanati assieme con il suo ciclomotore”.

Era l’11 dicembre 2004 e gli investigatori avevano piazzato una “cimice” sullo scooter di Jessica, imputata per il sequestro di Denise. Nell’intercettazione si sente Jessica che dice: “Purtroppo ci ho provato e ora ammazzo a tutti” e l’ex fidanzato che replica: “Anche per errore ammazzasti a quella?”. A chi si riferiva con “quella” ha chiesto il pm. “Parlavamo delle galline di lu zi Paulo – ha risposto Foggia – padre del mio amico Salvatore Bonasoro, che mi aveva messo a disposizione la casa di campagna per l’incontro con Jessica e una volta era accaduto che era morta una gallina”.

A verbale, inoltre, Fabrizio Foggia aveva dichiarato: “Jessica mi diceva che doveva fare un danno a Piera Maggio (madre di Denise, ndr), come bruciarle la macchina e mi chiese di trovare persone di malaffare che potessero fare questo. Ma io non l’ho aiutata e cercavo di dissuaderla da questi propositi. Mi disse che come aveva sofferto lei (per la relazione tra il padre Piero Pulizzi e Piera Maggio, ndr), adesso stavano soffrendo altri. Mentre ero sul ciclomotore, ho insistito per sapere se aveva a che fare con la sparizione di Denise, ma lei era evasiva e io mi sono spaventato”. Rispondendo alle domande dell’avvocato di parte civile Giacomo Frazzitta, Foggia ha però dichiarato che “non ricorda” se l’11 dicembre 2004 chiese a Jessica se sapeva qualcosa sulla sparizione di Denise.

“Ho conosciuto Jessica – ha dichiarato poi Foggia rispondendo alle domande del pm Sabrina Carmazzi – quando avevo 14 o 15 anni. Siamo stati fidanzati fino a quando ne avevo 17. Sapevo che i genitori di Jessica avevano dei dissidi, alla cui base c’era un’altra donna frequentata da Piero Pulizzi. Me lo ha confidato Jessica”. Quella di oggi è la ventiquattresima udienza del processo, nel corso della quale, si legge in una nota dell’associazione “Cerchiamo Denise”, dai testi che saranno ascoltati in aula è atteso “un riscontro significativo in merito ai fatti, che potrebbe portare luce sulle dinamiche del 1 settembre 2004”.

Piera Maggio, madre di Denise, ha spiegato che “udienza dopo udienza questa complicata matassa, ingarbugliata da menzogne e depistaggi, va sciogliendosi, rappresentando davanti agli occhi di tutti ciò che a nostro avviso era chiaro fin da principio e oggi attendo anch’io dei riscontri”. Dopo Fabrizio Foggia, saranno chiamati a deporre altri cinque testi.

E disse: “Ammazzo tutti”
La frase “ora ammazzo a tutti”
non la pronunciò Jessica Pulizzi, ma l’ex fidanzato Fabrizio Foggia. E’ emerso nel corso del controinterrogatorio del teste effettuato dagli avvocati di parte civile nel processo per il sequestro della piccola Denise Pipitone, scomparsa a Mazara del Vallo (Tp) il primo settembre 2004 e che vede imputata la sorellastra Jessica Pulizzi. La conversazione tra i due giovani è dell’11 dicembre 2004, quando Jessica andò a trovare Foggia nel panificio in cui questi lavorava, e fu intercettata perché gli investigatori avevano piazzato una “cimice” sul ciclomotore dell’imputata. “Ora ammazzo a tutti. Anche per errore l’ammazzasti a quella?” il Foggia lo disse in risposta all’affermazione Jessica: “Purtroppo ci ho provato”. Oggi, in aula, il teste ha dichiarato che parlavano delle galline che erano all’interno dell’abitazione di campagna del padre del suo amico Salvatore Bonasoro, che gli mise a disposizione la casa per l’incontro con l’allora fidanzata.

Accertamenti su una ragazzina
La polizia del commissariato di Gela sta compiendo, in queste ore, accertamenti su una ragazzina che appartiene alla comunità Rom stanziale a Gela e che assomiglierebbe a Denise Pipitone, scomparsa all’età di quattro anni nel settembre 2004 a Mazara del Vallo (Trapani). Lo riferisce la redazione della trasmissione di Raiuno ‘La vita in diretta’, che nell’edizione di oggi delle 18 dedica un approfondimento alla notizia, in occasione di un’udienza del processo alla sorellastra di Denise accusata di concorso in sequestro di minorenne e del suo ex fidanzato imputato di false dichiarazioni al pm. Nell’ambito degli accertamenti già concentrati a Gela, la ragazzina – riferisce la redazione – è stata individuata nel primo pomeriggio di oggi e portata dagli agenti nel commissariato di polizia di Gela dove si trova tuttora. Alcune auto degli agenti sarebbero uscite un paio di ore dopo dal commissariato alla ricerca di un’altra ragazzina della comunità Rom stanziale.

Accertamenti negativi
Gli accertamenti sulla ragazzina portata in commissariato a Gela che avrebbe una forte somiglianza con Denise Pipitone, la bimba scomparsa il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo, “hanno dato esito negativo”. Lo ha detto all’ANSA il dirigente della squadra mobile di Gela, Giovanni Giudice. La ragazzina, ha spiegato il funzionario, è figlia di una coppia di Rom che da diversi anni risiede a Gela. Secondo gli investigatori, che hanno controllato i documenti e i certificati di nascita, non sarebbe necessario l’esame del Dna. Tuttavia, per maggiore sicurezza, hanno chiesto alla procura di Marsala di poter compiere anche questo accertamento.

 


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