Deposito illegale di ferro e rame| Maxi sequestro in periferia - Live Sicilia

Deposito illegale di ferro e rame| Maxi sequestro in periferia

L'attività d’indagine della Guardia Costiera di Palermo ha portato al sequestro di un deposito non autorizzato alla gestione di rifiuti e di diverse tonnellate di rame (nella foto).

TRA PALERMO E VILLABATE
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PALERMO – Nuova attività d’indagine conclusasi positivamente dall’Unità Organizzativa di Polizia Giudiziaria della Guardia Costiera di Palermo, guidata dal capitano Antonio Donato, dopo il sequestro dello scorso 1 febbraio, di un deposito non autorizzato alla gestione di rifiuti e di diverse tonnellate di rame.

Gli investigatori della Guardia Costiera sono dunque pervenuti al deposito sito tra Palermo e Villabate dove hanno posto sotto sequestro un area di circa 500 mq al cui interno veniva svolta un’illecita attività di gestione dei rifiuti.

Nello specifico i tecnici dell’Arpa di Palermo hanno riscontrato la totale assenza di atti autorizzativi e l’esecuzione di tali attività nel mancato rispetto delle più basilari norme ambientali. All’interno dell’area risultavano stoccate, batterie esauste e circa 10 mc di rifiuti metallici quali scaldabagni elettrici, profilati in ferro ed alluminio, diversi cumuli di materiali scarti di materiale in alluminio e acciaio, cerchioni auto dismessi.

Particolarmente rilevante è stato il ritrovamento di un cumulo di cavi elettrici di circa 3 tonnellate. Fra gli altri anche interi blocchi motori e parti meccaniche di autovetture con residui  direttamente sul terreno senza alcun contenimento e bidoni da 200 litri stracolmi di idrocarburi. I rifiuti risultavano, per la stragrande maggioranza dei casi, posti a cielo aperto senza nessuna protezione dagli agenti atmosferici e dagli stessi le sostante liquide oleose e tossico nocive defluivano direttamente all’interno di un sistema di grigliature che portava direttamente in un terreno adiacente arrecando inevitabilmente danni all’ambiente.

La perquisizione del sito ha permesso di ritrovare quanto ricercato dai militari e, più precisamente, una macchina trituratrice di cavi elettrici per l’estrazione del rame, detta anche “ mulino”. I soggetti identificati sul posto, che agivano nel completo disprezzo dell’ambiente, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria, oltre che per aver costituito un’attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti e getto di sostanze pericolose, anche per il reato di ricettazione del macchinario del valore di circa 30.000 euro.

Altre sei persone che si trovavano a lavorare all’interno del sito sono state denunciate a piede libero. I mezzi sequestrati consistenti in un due camion, una gru, il “mulino” e altro materiale per circa 10 tonnellate, di provenienza ancora da accertare è stato affidato a una ditta specializzata per la custodia. Gli investigatori ora stanno verificando da dove provenisse la merce. Da fonti della Capitaneria di Porto di Palermo, il materiale potrebbe derivare da furti a danni di cantieri, abitazioni, depositi e cimiteri.


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