MISTERBIANCO – Aumenta di volume il faldone di esposti presentati alla Procura della Repubblica contro la ditta Oikos. E stavolta non si tratta di una sola denuncia, ma di ben due che il sindaco di Misterbianco, Nino Di Guardo decide di sporgere nei confronti della società titolare della discarica. Il sindaco era davvero un fiume in piena stamane in occasione della conferenza stampa che ha indetto proprio allo scopo di annunciare le ultime iniziative intraprese dopo le promesse rimaste al palo del governatore Rosario Crocetta. “Abbiamo fatto finora – dichiara – tutto quello che potevamo fare: è venuto Crocetta, il ministro Galletti ma continuiamo a non vedere risultati. Valanghe d’Inverno è ancora operativa e attendiamo inoltre la bonifica e messa in sicurezza di Tiritì”. Presente all’incontro anche Maria Caruso, esponente del comitato no discarica.
Per Di Guardo l’omessa bonifica e “le frequenti esalazioni maleodoranti di biogas prodotti – si legge nell’esposto – dalla coltivazione della discarica Tiritì hanno provocato nel tempo pesanti disagi per la popolazione e forti timori per la salute pubblica e l’ambiente”. Preoccupazioni che per le popolazioni “si sono fatte più pesanti a seguito del rapporto Arpa – dice – condotto questa estate”. Il 2 dicembre scorso il governatore Rosario Crocetta aveva – nel corso di una visita nel Comune di Misterbianco – promesso ai cittadini che quanto prima avrebbe imposto alla ditta di procedere con gli interventi successivi alla chiusura dell’impianto. “Cosa che non è avvenuta – dice Di Guardo – Crocetta ci aveva detto anche che a gennaio sarebbe tornato a Misterbianco, ma non sappiamo che fine abbia fatto. Ecco perché oggi siamo qui”.
Nell’esposto l’amministrazione misterbianchese riassume le presunte irregolarità del sito di Tiritì. “Quella discarica dal 1999 al 2006 è stata in attività in assenza di un’autorizzazione all’esercizio e all’impianto”, dice. “Il dipartimento regionale Ambiente – si legge ancora – ha rilasciato il decreto Aia n. 5672/2007”, atto “che però non possiede le caratteristiche di conformità legislativa più volte richiamate, né conseguenzialmente permette l’effettuazione di controlli efficaci sulle attività di gestione autorizzate“. L’autorizzazione, secondo Di Guardo, sarebbe cioè illegittima perché rilasciata in assenza del preventivo giudizio di compatibilità ambientale positivo, cioè la VIA. “Tutta l’area circostante – prosegue Di Guardo – con la discarica è a grave rischio ambientale per le decine di milioni di tonnellate di rifiuti che nel corso di quarant’anni sono stati abbancati nell’area discarica, ma la cosa ancor più grave è che tali rifiuti sono stati abbancati in assenza di controlli”.
Ma il sindaco, si sofferma anche sull’impianto di Valanghe d’Inverno e accusa: “È fuori legge – afferma – non possiede alcuna autorizzazione. Esiste soltanto perché ogni mese Crocetta emette nuove ordinanze che consentono l’abbancamento di tonnellate di rifiuti fino all’ultima, la n’ 26/rif del 1 dicembre 2016”. E ancora: “C’era un progetto di chiusura presentato dalla ditta a seguito della diniego del rinnovo dell’Aia e dell’emissione dell’interdittiva antimafia, ma nulla poi si è concluso. La commissione ispettiva aveva inoltre evidenziato gravissimi rischi ambientali relativi alla discarica che per legge non potrebbe esistere a così breve distanza dal centro abitato”. Insomma, il sindaco non trattiene la rabbia e infine aggiunge: “Ebbene, siccome tutto tace, ma niente dovrebbe invece tacere, noi non ci fermeremo fino a quando non raggiungeremo i nostri obiettivi. Confidiamo nella Procura”.
Al momento, la discarica di valanghe d’Inverno non è tuttavia operativa, non riceve cioè rifiuti. Sono 95 i Comuni che – a seguito del decreto dirigenziale DDS 2175 del 22 dicembre scorso – dovevano infatti conferire nell’impianto la sola frazione secca, ma nei fatti ciò non starebbe avvenendo, come conferma anche l’azienda a LiveSicilia. Quanto al procedimento di rinnovo dell’Aia, questo, invece si è riaperto a seguito delle ordinanze di sospensione cautelari n 11/12 del gennaio 2016 con cui il CGA di Palermo ha accolto la richiesta di sospensione cautelativa della sentenza del Tar Sicilia 1810/2015. Il Consiglio di Giustizia amministrativa ha ritenuto di sospendere in via cautelativa l’esecutività della decisione con cui la sezione staccata di Catania il 29 giugno 2015 rigettò il ricorso intrapreso dalla ditta Oikos che chiedeva l’annullamento del provvedimento di diniego delle Aia.