I cerchi li avranno alla testa. Lombardo e Strano, promotori e sostenitori della candidatura olimpica di Palermo, in questi giorni si dibattono tra gaffes e problemi diplomatici, tra accuse e “campagne contro”. Prese di posizione autorevoli, come quelle del massimo quotidiano sportivo nazionale, la Gazzetta dello Sport, che non ha esitato a definire “dilettanti” i promotori dei giochi in Sicilia.
Ieri, intanto, era arrivato l’attacco del segretario regionale dell’Udc Saverio Romano, che ha definito una “figuraccia”, quella della Regione, dopo le “bacchettate” del presidente del Coni Gianni Petrucci. Il capo dello Sport, in sostanza, aveva definito “improvvisata” la candidatura di Palermo per i giochi del 2020.
Pochi giorni prima, i problemi istituzionali col sindaco Diego Cammarata, inferocito dopo aver appreso solo dai comunicati stampa della Regione della volontà della città che amministra di diventare sede Olimpica. Dopo aver compreso, insomma, che nessuno lo aveva interpellato per organizzare i Giochi nella città del quale, si dice, sia primo cittadino.
Come se non bastasse tutto ciò, come se non bastasse la diffidenza di una città che si chiede come sia possibile pensare a una manifestazione sulle stesse strade ricolme di immondizia, in un Comune a rischio fallimento, adesso la coppia Lombardo-Strano polemizza anche col massimo quotidiano sportivo nazionale, la Gazzetta dello Sport. Beccandosi l’etichetta di “dilettanti allo sbaraglio”.
Tutto nasce dalla constatazione, da parte del quotidiano, di alcune anomalie nella presentazione della candidatura da parte della città. Come, ad esempio, quella di proporre, come sito ufficiale, un blog aperto da privati. Altra “difformità” con le regole disposte dal Coni, riguardano il “permesso” di autodefinirsi” Applicant City (in pratica, città aspirante alla sede olimpica). Una pratica che può concedere solo il Coni. Autorizzazione che, evidentemente, il comitato promotore non ha ritenuto (a torto) necessaria. Infine, la richiesta di candidatura deve essere formalizzata dal sindaco. Lo stesso sindaco inferocito, qualche giorno prima. Lo stesso sindaco che aveva saputo della candidatura dalle agenzie di stampa. E che oggi, così come Lombardo e Strano, avvertirà più di un cerchio alla testa.