CATANIA – Dai tetti alla via Etnea. Si sposta davanti alla sede della Prefettura catanese la protesta dei dipendenti Anfe in attesa del pagamento di venti mensilità arretrate. Con loro sono scesi in piazza anche gli studenti del centro di formazione a cui la Regione siciliana ha tolto l’accreditamento in vista di un riordino generale dell’intero settore in Sicilia. Un primo risultato però è stato raggiunto: quello cioè che una delegazione, capitanata dal commissario catanese Gaetano Calà, è stata accolta dai vertici della Prefettura.
Riferisce dell’incontro il direttore della sede catanese, Francesco Prestifilippo, membro della delegazione: “Il dottore Signorelli, il Capo di gabinetto, ci ha ascoltato con grosso interesse. È stato con noi circa un’ora. Chiaramente ha unito la nostra situazione con quella che è stata a lui già rappresentata da altri enti che vivono una situazione analoga. Signorelli – spiega inoltre – ha comunque riferito che, sulla base delle proprie competenze, farà il possibile. E sugli stipendi rimasti in arretrato, ha assicurato che medierà con l’amministrazione regionale”.
Il bilancio dell’incontro resta però sospeso: “Ai nostri colleghi – continua Prestifilippo- diremo che abbiamo ricevuto un ottimo ascolto. Però è ovvio che la situazione si può sbloccare solo in forza di un tavolo tecnico che la Regione ci deve concedere. La questione dell’Anfe Catania è complessa. In ballo non ci sono solo gli stipendi, ma anche il futuro degli stessi lavoratori. Non possiamo passare sic et simpliciter al Ciapi, così come chiede la direttiva del presidente Crocetta. Avendo un grossissimo carico di corsi relativi all’obbligo d’istruzione e formazione è ovvio che il Ciapi, per sua natura, non può esserne titolare”.