CATANIA – Dipendenti sottopagati nonostante le numerose funzioni svolte, molte delle quali non previste dai contratti. E una Regione in cui rischa di incepparsi la delicata macchina amministrativa. Questa la denuncia di Orazio Zappalà, segretario provinciale Sadirs, il sindacato autonomo dei dipendenti della Regione siciliana, che punta il dito contro il trattamento economico di un vero e proprio esercito di lavoratori, molti dei quali superano di poco i mille euro al mese, “In tutta la Regione – afferma Zappalà – oltre cinquemila unità sono pagate 1.108 euro al mese, anche dopo trent’anni di servizio. E questo – continua – in tutti gli uffici, che siano della Protezione civile o del Centro per l’impiego, e in tutte le province”.
E Catania non fa certo eccezione. “Al collocamento della città etnea, ad esempio – prosegue Zappalà – su trentacinque unità, ben trentatré sono utilizzate in maniera difforme da quanto previsto nei contratti. Ci troviamo operatori che, assunti non so, come usceri, si trovano a svolgere mansioni di istruttore pun non avendone le competenze”. Una stortura che, secondo Zappalà, affonda le radici nel mancato rimmovo contrattuale. “Il rinnovo è atteso da dodici anni – prosegue il sindacalista – nel frattempo, i dipendenti devono fare quello che serve, che va oltre le proprie mansioni. Un problema che sarà sicuramente acuito con la collocazione del personale in quiescenza – afferma ancora: si tappano i buchi con il personale che si ha”.
Una situzione che molti dipendenti vorrebbero regolata, partendo propri dai nuovi contratti e dal riconoscimento del giusto trattamento economico e dell’anzianità di servizio, oggi appannaggio di pochi. Uno status quo che, però, potrebbe presto precipitare, nel caso in cui l'”esercito” dei dipendenti a 1000 euro si limitasse alle mansioni da contratto. “La macchina amministrativa sarebbe paralizzata – spiega ancora Zappalà che avanza una proposta: contratto nuovo, e riconoscimento graduale del personale che de facto svolge determinati ruoli. Senza motivazione e senza riconoscimenti – non si può sperare che si vada avanti con la coscienza delle persone. Bisogna pensare al futuro”.
Un appello rivolto direttamente a Crocetta. “Sono i dipendenti meglio istruiti, meglio formati. Eppure sono sottopagati e sottoutilizzati – conclude – che occorre valorizzare, approfittando della collocazione in pensione di molti funzionari, Il contratto regionale specifico non valorizza le professionalità: concentriamo le risorse sul futuro su una nuova razionalizzazione dell’utilizzo del personale, attraverso la progressione delle carriere. Non sono questi i costi dell’apparato da contenere. La spending review la si faccia dove ci sono sprechi e privilegi e non sulla pelle di chi porta avanti la macchina amministrativa, e ha difficoltà a mandare avanti la proprie economia familiare”.