E’ accusata di aver intercettato abusivamente tutte le chiamate in entrata e in uscita dal carcere Pagliarelli. Con questa accusa il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e il sostituto Antonio Altobelli della procura della Repubblica di Palermo hanno chiesto il rinvio a giudizio della direttrice dell’istituto penitenziario, Laura Brancato.
Il capo d’imputazione, come ricostruisce oggi l’edizione locale di Repubblica, fa riferimento al reato previsto dall’articolo 617 bis: “Installazione di apparecchiature atte a intercettare”. I magistrati ipotizzano anche i reati di truffa, falso e abuso d’ufficio: al direttore del Pagliarelli viene infatti contestato di avere usufruito di esami e servizi sanitari gratuiti previsti solo per i detenuti. I magistrati hanno sollecitato il rinvio a giudizio anche per l’ex dirigente sanitario del carcere, Sergio Cavallaro, che avrebbe agevolato il direttore. L’inchiesta è scaturita dall’esposto presentato da un sindacalista della polizia penitenziaria. L’avvocato Vincenzo Lo Re, legale della Brancato, sostiene che nell’ufficio del direttore “c’é solo un normale centralino dal quale non è possibile effettuare alcuna intercettazione” e si dice certo di riuscire a confutare anche le altre accuse.