“Ricevo espresso mandato dall’onorevole Riccardo Savona, impossibilitato a farlo personalmente, in quanto ricoverato a seguito di un delicato ed importante intervento chirurgico per un grave patologia cui non è estranea la ‘persecuzione giudiziaria’ dallo stesso subita. La Suprema Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio il provvedimento di sequestro dei beni di Riccardo Savona ed ha chiuso irrevocabilmente la vicenda”.
A renderlo noto è il legale del politico, l’avvocato Salvatore Traina.
“E’ un provvedimento definitivo, che non lascia adito a dubbi – aggiunge – la vicenda giudiziaria che ha investito Riccardo Savona è ingiusta ed i giudici del massimo grado hanno finalmente posto un chiaro limite. Adesso siamo più sereni perché sono anni che gridiamo con forza e denunciamo le gravi ingiustizie processuali di cui Riccardo Savona è stato vittima, e le nostre rimostranze hanno trovato accoglimento nella sede più alta e qualificata”.
Lo scorso maggio Savona, deputato regionale di Forza Italia, è stato rinviato a giudizio per una presunta maxi truffa nell’ambito della formazione professionale.
Il processo che vede imputati anche la moglie, la figlia e i rappresentanti degli enti di formazione “Rises” e “Palermo 2000” il processo inizierà il prossimo 4 ottobre.
Il rinvio a giudizio è stato deciso ieri dal giudice per l’udienza preliminare Marco Gaeta. Il processo era ripartito da zero nei mesi scorsi quando saltò fuori il mancato deposito di una serie di atti raccolti dalla polizia giudiziaria.
Traina fa riferimento alla vicenda: “In questa battaglia ci siamo sentiti spesso soli, ci saremmo aspettati una presa di posizione chiara da parte degli inquirenti rispetto alla sparizione delle migliaia di pagine di atti processuali, dei quali – solo grazie ad un certosino lavoro investigativo, cui ha collaborato uno staff dello studio composto dagli avvocati Manuela Gargano, Giada Traina e Dario D’Agostino – avevamo scoperto l’esistenza.
Era legittimo attendersi una sdegnata reazione da parte dei giudicanti.
Invece abbiamo dovuto scontrarci con un sistema chiuso ed arroccato su posizioni autodifensive”.
Ed ancora: “Dopo il ritrovamento delle prime 9000 pagine di significativi, importanti e fondamentali atti d’indagine mai prodotti, abbiamo denunciato la mancanza ulteriore di una mole ancora cospicua di atti: tutta la documentazione contabile che attestava l’esistenza, la vitalità di quegli Enti di formazione che, secondo l’ipotesi accusatoria avrebbero dovuto essere meri fantasmi. Era legittimo attendersi, che, visto il precedente, a questa notizia tutti ‘saltassero sulla sedia’ e si adoperassero con ogni mezzo per recuperare la fisiologia del processo.
Invece, incredibilmente, questi metodi investigativi sono stati tollerati ed avallati. Uniche sono state le voci dei giudici, che, fuori dal coro, hanno avuto il coraggio di dire espressamente che l’arbitraria selezione degli atti d’indagine era illegittima ed intollerabile, annullando tutta la fase successiva alla conclusione delle indagini preliminari, prima e revocando il sequestro, poi; ma, per il resto, il Gup ha disposto il rinvio a giudizio pur non conoscendo atti fondamentali; il Tribunale del Riesame aveva accolto le proteste del pm, con un provvedimento che oggi la Suprema Corte ha definitivamente cassato.
Questo ci rassicura perché significa che, alla fine, non siamo del tutto soli nel confrontarci con quello che sembra essere un vero e proprio sistema chiuso ed autoreferenziale, in cui si commettono errori ed ingiustizie ma non ci sono responsabili.
Un sistema pericoloso, che, lo sappiamo bene dalle cronache recenti, può generare errori macroscopici e dagli effetti drammatici, come quelli che hanno investito il processo per la strage di Via D’Amelio e, più recentemente, quello del clamoroso depistaggio delle relative indagini che non ha responsabili
Sono anni che combattiamo contro questo sistema e finalmente la Corte di Cassazione ha preso una posizione chiara e netta, perché l’annullamento senza rinvio esprime una ferma condanna nei confronti del trattamento processuale riservato a Riccardo Savona”.