CATANIA – Un fermo “no” al dissesto al Comune di Catania, la richiesta sia di un confronto tra sindacati e le associazioni datoriali con il sindaco Pogliese e sia di analizzare i singoli contenuti del nuovo piano di rientro che dovrebbe essere approvato il 24 settembre per poter tentare la carta del decreto “Mille proroghe”, che potrebbe infatti neutralizzare in parte o in tutto la richiesta di dissesto della Corte dei Conti.
Questo quanto emerso stamane alla Cgil di Catania durante un primo confronto tra tutte le sigle sindacali collegate a Cgil, Cisl, Uil e Ugl dopo che la sezione Controllo della Corte dei Conti di Palermo ha accertato la sussistenza delle motivazioni per le dichiarazione di dissesto del Comune di Catania. “Il confronto di oggi – spiegano i segretari generali delle quattro sigle – avvia un processo fondamentale di sinergia con le forze della città; il sindacato catanese oggi è unito per ragionare concretamente su contenuti che possono fare la differenza. Siamo soddisfatti di quest’approccio corale e democratico avviato oggi ma siamo anche preoccupatissimi nel caso il dissesto si avvii sul serio.
La prospettiva sul fronte economico e sociale, welfare compreso, sarebbe a dir poco disastrosa. Anche nel caso il dissesto non si dovesse attuare rimane comunque da gestire una situazione grave e complessa come forse non è sufficientemente chiaro ai cittadini”. “C’è poco tempo per trovare una soluzione – aggiungono – e chiediamo che per il 24 settembre, prima cioè che venga riproposto il nuovo piano di rientro che costerà comunque lacrime e sangue alla città, le parti sindacali e datoriali abbiano chiare le singole scelte intraprese dall’amministrazione comunale”.
“Chiediamo invece – aggiungono i sindacalisti – attenzione anche al Governo nazionale, speriamo consapevole del ruolo che la città gioca da sempre nel tessuto economico del Meridione, puntando ad un contributo economico che possa rappresentare davvero un’ancora di salvezza per una comunità già fustigata da disoccupazione e crisi endemica di vecchia data”. Le associazioni datoriali presenti, in una nota congiunta affermano che “il dissesto della città si ripercuoterebbe in modo immediato e pesante in particolare sulla cooperazione, caratterizzata da una incidenza del costo del lavoro superiore al 90% dell’attività”, chiedono che si riprendano i pagamenti dei servizi resi in arretrato da oltre 10 mesi e ritengono inoltre “indispensabile che l’amministrazione ponga in essere tutte le iniziative utili a garantire l’erogazione del credito”.(ANSA).