CATANIA – Si fa sempre più concreto il rischio di un’emergenza igienico ambientale a Catania dopo il blocco imposto dalla Sidra alle ditte di espurgo. Dallo scorso 15 dicembre il gestore dell’impianto di depuratore, Sidra, ha, infatti, improvvisamente limitato alle aziende di trasporto la possibilità di conferimento dei fanghi derivanti dal ciclo di trattamento dei reflui nel sito di depurazione di contrada Pantano d’Arci, riducendo significativamente la quantità dei liquami da traferire. L’allarme è stato lanciato oggi dalla Confcommercio che ha indetto una conferenza stampa proprio allo scopo di accendere una spia sul problema e avvertire la cittadinanza circa i rischi imminenti. Presenti all’incontro diciannove rappresentanti di aziende del settore espurgo della provincia etnea.
Nel dettaglio, alle ditte operanti è stata imposta una soglia di conferimento ridotta del 65% rispetto alla quantità normalmente consentita. Si tratterebbe di appena 65 tonnellate al giorno di frazioni organiche da ripartire fra tutte le ditte operanti. “Le imprese hanno un tot di metri cubi da poter conferire in discarica, ma è un quantitativo assolutamente insufficiente per rispondere alla domanda d’interventi che ci perviene dal pubblico e privato presso i titolari di fosse settiche” ha spiegato oggi il portavoce degli autotrasportatori, Giovanni Rinzivillo.
La situazione starebbe causando il blocco delle attività alle aziende, con ricadute economiche non indifferenti. “Le ditte – prosegue – non potendo lavorare a piano regime sono limitate perché non riescono a mantenere i mezzi e a pagare gli operai”. E la situazione non sarebbe di facile risoluzione. “Da qui a quindici giorni – prosegue il portavoce – non potranno operare perché le risorse per loro sono già finite. Non potranno mettere i loro mezzi a disposizione dell’utenza. Rischiano il tracollo”.
Ma come ribadisce Rinzivillo a destare preoccupazione è il pericolo dello scoppio di un’imminente emergenza igienica sanitaria. “Le maggiori ripercussioni potrebbero interessare i luoghi pubblici come ospedali, uffici pubblici e scuole” – avverte. E tutto ciò non sarebbe “in coerenza con le disposizioni del Testo Unico Ambientale che regola il settore di tutela delle acque dall’inquinamento e di salvaguardia dei corpi idrici recettori”. Ma il rischio è che inoltre venga a mancare anche la pulizia delle fognature all’interno delle abitazioni.
Le ragioni per le quali la Sidra avrebbe limitato le percentuali di conferimento dei liquami alle ditte di espurgo non sono chiarissime per le aziende. “Le ditte sono state informate via pec, – spiega – tramite la quale ha comunicato l’impossibilità a recepire oltre un determinato quantitativo di liquami al giorno, senza però che venisse data loro una spiegazione. Abbiamo chiesto un incontro per tentare di trovare una soluzione e capire cosa stia accadendo”. Ma la motivazione più accreditata sarebbe da inquadrare nell’attuale impossibilità da parte della Sidra di smaltire i liquami a causa di una carenza dei compost. Al momento, non sarebbero – stando a quanto affermato dei rappresentanti delle ditte – inoltre presenti sul territorio siti alternativi a quelli gestiti dalla Sidra per espletare il servizio scaricare di trattamento dei rifiuti liquidi
Da quando è stata trasmessa la circolare, le aziende avrebbero cercato di fare il possibile per tamponare l’emergenza, ma per loro la situazione non sarebbe più sostenibile date le difficoltà economiche. “Al momento le ditte non sono più nelle condizioni di effettuare interventi di nessun tipo perché hanno già esaurito i metri cubi a disposizione. Abbiamo indetto questa conferenza stampa proprio allo scopo di avvertire la cittadinanza di quanto sta accadendo”. Tutto sarebbe insomma nelle mani della Sidra. E in tal senso dopo l’allarme lanciato dalla Confcommercio, ci sarebbe già intercorso nella giornata di oggi uno scambio di telefonate con i vertici della Sidra. “Stiamo attendendo dei riscontri. Abbiamo chiesto un incontro per venerdì”, dice. La convocazione tuttavia potrebbe slittare per la la prossima settimana.
E in caso di una mancata interlocuzione, le ditte non escludono mobilitazioni eclatanti fra cui uno sciopero. “Se dalla Sidra non dovessimo avere risposte e neppure da parte del Comune che partecipa alla Sidra in qualità di socio di maggioranza dovremo anche prendere in considerazione una eventualità di questa tipo nelle modalità consentite dalla legge, naturalmente”.
A lamentare la situazione è Orazio Caruso che ha parlato in rappresentanza delle ditte. “Dal 15 dicembre ci è arrivato un macigno sul capo. Non comprendiamo sulla base di quale criterio sia stata operata l’attuale assegnazione dei metri cubi di conferimento. Riteniamo infatti che le percentuali non siano eque. Ci sono delle aziende a cui è infatti consentito di scaricare un dato metraggio ad altre invece il quantitativo è inferiore”. Caruso ribadisce le difficoltà produttive che ha generato finora lo stop posto dalla Sidra. “Per evitare l’insorgere di un’emergenza abbiamo fino a oggi operato a nostre spese. Ma non possiamo più andare avanti’, ha concluso.
E non si è fatta attendere la risposta della Sidra che ha immediatamente replicato. “E’ nostra premura rappresentare alla confederazione, circostanze e motivazioni che hanno obbligato ad avviare una progressiva riduzione dei conferimenti di rifiuti liquidi autotrasportati e depurati presso l’impianto di depurazione di pantano d’Arci. Come è noto anche agli autotrasportatori, le restrizioni operate sono conseguenza di uno stato di grave emergenza ambientale, derivante dall’accertata indisponibilità di impianti all’uopo autorizzati cui conferire, con continuità, i fanghi prodotti da Sidra spa nell’impianto di Pantano d’Arci dalla depurazione di acque reflue urbane e dal trattamento dei rifiuti liquidi. Risulta che a seguito di un’indagine della Procura di Reggio Calabria, gli impianti di recupero fanghi della depurazione presenti nella provincia di Catania hanno ritenuto di sospendere, cautelativamente, la ricezione di tale rifiuto per le attività di recupero a compostaggio, tenuto conto che l’impianto accusatorio poggerebbe, al momento, sull’assunto di asserita (da parte di Ctu) non ammissibilità in agricoltura di “fanghi che derivano da impianti di depurazione in cui oltre ai reflui conferiti su gomma. Le preminenti esigenze di salvaguardia dell’ambiente e delle norme a tal fine vigenti, dovrebbero suggerire, a tutta la filiera del processo di produzione e smaltimento dei rifiuti liquidi di identificare soluzioni adeguate anche nella malaugurata ipotesi di conferma della prospettata argomentazione, che ha determinato l’inconferibilità dei fanghi da parte di Sidra in quanto gestore di impianto che riceve reflui urbani e rifiuti autotrasportati su gomma.
Tuttavia, anche nel caso in cui l’emergenza dovesse trovare rapida soluzione, così come ci auguriamo, riteniamo opportuno che si proceda ad una diversa e più sicura articolazione del procedimento di conferimento e smaltimento dei rifiuti liquidi autotrasportati, al fine di evitare un insostenibile aggravio di costi per le utenze servite e, soprattutto, affinché simili emergenze non si ripetano più. Questa società sta facendo la sua parte”, conclude la nota.