Circonvenzione di incapace: è l’accusa contestata a don Vito Caradonna, 37 anni, parroco della borgata di San Leonardo, a Marsala. Nei suoi confronti il Gip Francesco Parrinello ha disposto la misura cautelare del divieto di dimora nel Comune di Marsala. Da un’indagine condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza è emerso che il prete, nel 2010, è riuscito a farsi consegnare quasi 70 mila euro da un parrocchiano, M.D.G., ex militare della Marina, noto nella zona per i suoi problemi psichici, per i quali, nel 1991, dopo nove anni di servizio, fu congedato. Secondo quanto raccontato dalla vittima (che solo alla fine dello scorso ottobre, grazie all’aiuto dei suoi familiari e all’intervento di un legale, è riuscito a rientrare in possesso del denaro prestato al prete: in pratica, tutti i suoi risparmi), don Vito – per il quale la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari – gli chiese il denaro dicendogli che gli serviva per la chiesa e perché “doveva darlo agli angeli”. Ottenendolo in più soluzioni “abusando – secondo l’accusa – dello stato di infermità o deficienza psichica” del parrocchiano. Per circa quindici mesi, poi, avrebbe continuato a turlupinare la vittima consegnandogli, in cambio, assegni a vuoto e falsificando documenti postali che attestavano bonifici. Dall’indagine, coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa e dal sostituto Nicola Scalabrini, è inoltre emerso che don Vito aveva continuamente bisogno di denaro perché dedito al “Gratta e vinci”, con cui ha anche vinto 50 mila euro. Spesso il parroco chiedeva prestiti anche ad altri parrocchiani. Di recente il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, gli ha revocato la competenza a gestire i beni patrimoniali della parrocchia di San Leonardo perché il religioso si è impossessato di oggetti votivi della chiesa. Lo stesso prete, infine, è attualmente sotto processo a Marsala per tentata violenza sessuale ai danni di un adulto.
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