PALERMO – Benzene, toluene e stirene: sono tre degli elementi chimici altamente inquinanti, e tossici, che sono stati registrati in grandi concentrazioni nei dintorni dell’ex Chimica Arenella il giorno dei terribili incendi che hanno interessato Palermo e gran parte della costa Nord della Sicilia. Una concentrazione di polveri che ha investito, per via del forte vento, le zone abitate circostanti. “I rischi per l’intera popolazione di residenti sono immediati in casi di concentrazioni di polveri così elevate e repentine”, spiega Salvatore Caldara, direttore dell’Unità operativa Controlli presso la sede centrale di Arpa Sicilia. È proprio grazie al vento, però, che la “nube” non ha avuto conseguenze più gravi. “Lo scirocco che ha continuato a soffiare durante la combustione ha permesso la diluizione in aria degli inquinanti emessi dall’incendio”, aggiunge Caldara.
I tecnici dell’Agenzia regionale per la Protezione ambientale (A.R.P.A.) sono stati allertati lo scorso giovedì dalla Prefettura di Palermo quando è stata attivata l’Unità di crisi per fronteggiare l’emergenza dei numerosi roghi che stavano interessando diverse zone della città. Gli interventi principali sono stati a Casteldaccia, dove è bruciato un deposito di vernici, e a Palermo, proprio nell’ex stabilimento industriale dell’Arenella. “Quest’ultimo – dice Caldara – è stato certamente l’evento più critico dal punto di vista dell’inquinamento dell’aria. Dalle analisi delle registrazioni delle centraline della zona abbiamo potuto verificare un repentino aumento delle concentrazioni di polveri PM10 e simili. È vero che, in casi di scirocco intenso, si verifica un prolungato trasporto di polveri sahariane che determinano di per sè un aumento generale delle polveri, ma la repentinità dell’aumento delle concentrazioni non può che essere dovuto agli eventi incendiari di quel giorno. È intenzione dell’Agenzia procedere al più presto a un’analisi approfondita dei filtri delle centraline per il rilevamento della qualità dell’aria della zona per comprendere meglio l’andamento del fenomeno”. Per fortuna, comunque, l’incendio, per quanto acuto, è stato tutto sommato limitato nel tempo.
Un rischio, quello dell’inquinamento dell’aria, che, seppur più serio in presenza di edifici industriali, riguarda anche gli incendi nelle aree verdi: secondo i dati di Arpa Sicilia, infatti, la combustione del legno è una delle cause principali di inquinamento e dell’aumento dei livelli di polveri PM10 nell’aria. E in giorni come quello della scorsa settimana, in cui centinaia di ettari di patrimonio boschivo e forestale bruciano contemporaneamente, i livelli di PM10, PM2,5, CO2 e altri inquinanti aumentano sensibilmente, tanto da costringere i tecnici dell’Agenzia regionale a depurare i dati periodici per estrapolare i reali livelli di concentrazione di polveri sottili nell’aria.