PALERMO – I sindacati si dividono. I confederali da una parte, gli autonomi da un’altra. Ma il risultato sarà unico: domani gli uffici della Regione si fermeranno per un mega-sciopero dei dipendenti.
I segretari regionali di Fp Cgil, Enzo Abbinanti; di Cisl Fp Luigi Caracausi e di Uil Fpl, Enzo Tango, hanno infatti indetto per domani, martedì 4 febbraio dalle ore 9,00 e sino a conclusione dei lavori, una Assemblea sit-in di tutto il personale regionale, degli enti locali, degli enti collegati alla Regione, delle partecipate e dei precari. Il sit in si svolgerà presso l’Assessorato all’Economia in via Notarbartolo.
I sindacati denunciano gli effetti nefasti della finanziaria regionale sul comparto pubblico determinati dalla inadeguata gestione politica del Governo regionale che ha trovato conferma nella devastante impugnativa del Commissario dello Stato. Un’ampia platea di lavoratori del pubblico impiego, che va dai dipendenti regionali a quelli degli enti collegati, dai dipendenti di comuni e province fino ai precari e ai dipendenti delle società, rischia non solo di percepire con forte ritardo gli stipendi ma in molti enti vede fortemente messa in discussione la possibilità di proseguire le attività lavorative e, quindi, il proprio diritto al lavoro finalizzato a garantire servizi ai cittadini. A questo quadro così preoccupante si contrappone l’azione del Governo regionale assolutamente inadeguata a fronteggiare tale situazione, il quale è stato capace soltanto di emanare, per mano del Ragioniere generale, direttive-bavaglio che pretendono di reprimere la libertà d’espressione dei lavoratori.
I tagli lineari previsti dal Governo sui vari capitoli di bilancio, – proseguono i leader di Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl – che colpiscono gli enti locali ed i precari così come il salario accessorio dei dipendenti regionali, le risorse per gli Ispettori del Lavoro così come per il funzionamento delle Soprintendenze e dei Musei Regionali, i buoni pasto, le risorse destinate alle comunità alloggio dei disabili e per i ricoveri dei minori ecc, rischiano di colpire inevitabilmente, direttamente o indirettamente, cittadini e lavoratori, una categoria quest’ultima che in questi anni ha già dato, e abbondantemente.
Ad aggravare la situazione, – si legge nel documento dei sindacati – anche le prevedibili fratture istituzionali che si sono create in questi giorni, tradotte in annunci, accuse e liti che hanno avuto l’unico effetto di provocare un nuovo ed inevitabile ritardo nell’individuazione di soluzioni adeguate ai gravi problemi collegati con l’erogazione degli stipendi ai lavoratori nell’immediato come in futuro. Anche la stessa pubblicazione di una finanziaria devastata non scioglie i dubbi sul futuro di tanti lavoratori siciliani pubblici e privati, evidenziando in maniera definitiva l’inconsistenza della ‘rivoluzione’ più volte annunciata dal Presidente Crocetta che ormai dimostra il suo fallimento nell’intera compagine di governo che fino ad ora ha espresso soltanto provvedimenti privi di reale consistenza politica, con il solo obiettivo di massacrare e mettere alla gogna i lavoratori del pubblico impiego, a partire dai dipendenti dell’amministrazione regionale.
I Cobas Codir e i Sadirs invece protesteranno davantia alla sede della Presidenza della Regione. “Tra ipoteche sul rimpasto del governo regionale, – si legge in una nota – sistemazione dei conti e nomina di nuovi manager, si rivela la strada maestra: stringere ancora i cordoni della borsa; servirebbero, infatti, altri 400 milioni di tagli per una decina di anni, per “mettere a posto” la Finanziaria 2014. La Regione dovrà avviare un ulteriore piano di rientro tutto “lacrime e sangue” riservato ai soliti fessi per foraggiare il “mangia-mangia” messo in atto da tanti anni per i lussi, le prebende, le borse Vouitton, le sciarpe Hermes e i fumetti di Diabolik della classe politica e dei propri lacchè.
Trentamila lavoratori – prosegue il documento dei sindacati – lasciati senza stipendio e senza futuro, la criminalizzazione davanti all’opinione pubblica di tutta la categoria dei regionali e, adesso, si vorrebbe passare alla fase due: bastonare ancora i lavoratori pubblici sui quali – ad arte – sono state scaricate tutte le responsabilità della incompetenza politica a incominciare da un sistema di leggi studiato apposta per strozzare i cittadini attraverso la creazione di una pubblica amministrazione-imbuto in cui le norme e le procedure vengono progettate apposta per costringere i cittadini a chiedere il favore alla politica che non vuole l’amministrazione trasparente, efficiente e realmente al servizio di tutti. Invitiamo, quindi, tutti i lavoratori regionali e degli enti collegati, solidarizzando con le 30.000 famiglie lasciate senza pane, ad alzare la testa per mettere fine a queste provocazioni”.
Gli autonomi, inoltre, rivendicheranno, in occasione della manifestazione anche “un’immediata riclassificazione di tutto il personale che, attraverso una norma di prima applicazione, riconosca titoli, professionalità e servizio prestato; il diritto al pre-pensionamento (sta avvenendo anche nello Stato) di una parte di lavoratori per alleggerire l’Amministrazione e avere un reale risparmio di spesa; il rinnovo dei contratti economico e giuridico; lo sblocco dei 15 milioni di euro congelati dal Famp e il rifinanziamento di 350 mila euro per l’indennità di mensa scippati in Finanziaria; restituire dignità economica agli stipendi di tutto il personale che, nel caso di cinquemila dipendenti, a stento raggiungono i 1000 euro al mese”.