Dopo il terrore a Belmonte Mezzagno| Si spera per Pietro, ancora grave - Live Sicilia

Dopo il terrore a Belmonte Mezzagno| Si spera per Pietro, ancora grave

Giovanni Bottino

Giovanni Bottino, 26 anni (nella foto), ha accoltellato tutta la sua famiglia nella propria abitazione, al civico 15 di via Margherita a Belmonte. Padre e madre sono in prognosi riservata, la sorella di 16 anni è stata medicata al Civico, ma il fratello di 24 anni è in condizioni critiche. I parenti: "Una dura realtà".

IL GIOVANE ACCOLTELLATO DAL FRATELLO
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PALERMO – Hanno quelle immagini ancora vive in mente: le urla, il sangue, l’ambulanza. E poi la corsa in ospedale, disperata. Almeno per Pietro, il fratello minore di Giovanni Bottino, accoltellato da quest’ultimo in diverse parti del corpo. Chi conosce la famiglia Bottino ed oggi si trova all’ospedale Civico per avere notizie del ragazzo, che ha 24 anni ed è ricoverato in gravi condizioni, è ancora incredulo: non avrebbe mai pensato che in quell’abitazione al civico 15 di via Margherita, a Belmonte Mezzagno, sarebbe stata sfiorata la strage.

Una notte all’insegna dell’orrore tra le quattro mura. Quando Giovanni Bottino, 26 anni, in cura per problemi psichici, si sarebbe rifiutato di assumere alcuni farmaci, avrebbe afferrato un coltello da cucina e sferrato colpi violenti a tutta la sua famiglia. A partire dalla madre, 42 anni, per passare poi al padre, 52 anni, al fratello e alla sorella di 16 anni. E’ stata proprio lei ad essere accompagnata dai vicini di casa in ospedale, a Palermo.

Per fortuna, la coltellata alla testa non era profonda ed è bastato qualche punto di sutura: “Abbiamo avuto paura – dicono i suoi soccorritori oggi al Civico – c’era sangue ovunque, pensavamo che anche lei fosse ferita gravemente”. E, invece, quello a versare in condizioni critiche è Pietro: il suo corpo sarebbe stato raggiunto in ogni parte dalle coltellate sferrate dal fratello, ma sarebbe la ferita sul torace a creare maggiore preoccupazione ai medici. Il giovane si trova ricoverato in Rianimazione.

A poca distanza dal reparto c’è chi spera di potere parlare coi medici, di sapere che le sue condizioni migliorano. “Non credevamo potesse succedere una cosa del genere – dice un parente della famiglia Bottino con le mani tra la faccia – perché Giovanni è sempre tranquillo, non faceva nulla che ci facesse preoccupare”. E anche chi abita in via Margherita, alle spalle del comando dei vigili urbani del paese alle porte di Palermo, la pensa allo stesso modo: “Giovanni non usciva spesso di casa, la sua è una vita molto riservata.

Non possiamo sapere cosa sia scattato nella sua mente, cosa abbia innescato questa furia. Possiamo solo sperare che i suoi genitori si rimettano”. Il padre e la madre di Bottino sono infatti ricoverati al policlinico di Palermo, la prognosi e riservata. Le loro condizioni non sono preoccupanti, ma quando torneranno a casa dovranno affrontare una terribile realtà, quella di una tragedia sfiorata, il cui autore è il sangue del proprio sangue. “Sarà difficile da accettare – dice un’altra parente in attesa di parlare coi medici – è già difficile per noi. I genitori di Giovanni hanno sempre fatto tanti sacrifici si per lui che per Pietro e la figlia più piccola. Il padre vendeva bombole e faceva lavori saltuari”. “Gente umile, ma buona”, conclude la vicina di casa. Giovanni Bottino è stato arrestato, le terribili accuse nei suoi confronti sono di tentato omicidio e lesioni gravi.


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