Arriva nelle sale il film delle polemiche ”Vallanzasca – Gli angeli del male” che racconta la vita del “bel René”, bandito condannato a quattro ergastoli e 260 anni di reclusione. Interpretato da Kim Rossi Stuart, protagonista insieme a Filippo Timi e Valeria Solarino, il film è tratto dal libro dello stesso Vallanzasca “Il fiore del male” che ne ripercorre la vita, i crimini, gli arresti, le fughe dal carcere.
La pellicola firmata da Michele Placido e prodotta dalla Fox arriva in 350 copie e un gran rumore iniziato già con le riprese, proseguito al Festival di Venezia (dove era presente nella sezione fuori concorso) e alimentato nelle ultime ore dalla Lega che ha invitato gli spettatori al boicottaggio.
“Sono polemiche che non capisco – ha detto Placido, ieri a Palermo per l’anteprima nazionale – Ci sono stati centinaia di film sulla mafia, su Riina, Provenzano, sui giudici Falcone e Borsellino e non c’è stato tanto clamore. Trovo scandaloso poi che le polemiche nascano senza neanche avere visto la pellicola. C’è la descrizione di una banda, di un personaggio che sembra quasi predestinato al disordine già dall’infanzia, c’è una storia”. Polemiche tutte italiane per Placido, che ricorda come “i giornalisti stranieri che hanno visto il film non abbiano posto domande sulla reazione dei familiari delle vittime delle vicenda narrate”.
La pellicola ripercorre la vita di Vallanzasca, fin dagli esordi (ancora ragazzino) come criminale con un gruppetto di coetanei che influenzeranno la sua vita: il futuro tossico Enzo (Filippo Timi), la devota Antonella (Paz Vega). La prima ragazzata gli apre le porte del carcere minorile, e segna la sua strada per sempre. Una volta uscito, dai piccoli furti nel quartiere passa in rapida escalation alle rapine, ai sequestri di persona, agli omicidi. Renato Vallanzasca diventa “il boss della Comasina”. In quegli anni la banda Vallanzasca si dà alla bella vita – locali di lusso, donne e champagne – in una Milano non ancora da bere in cui il mondo della mala è dominato dal potere incontrastato di Francis Turatello, detto “Faccia d’angelo” (Francesco Scianna). Un periodo d’oro che viene interrotto dal primo arresto di Renato, accusato di una rapina a un furgone portavalori e trasferito nel carcere di San Vittore, da cui riesce a evadere dopo 4 anni e mezzo. Intanto la banda della Comasina si allarga, con l’ingresso di Fausto (Gaetano Bruno), Sergio (Moritz Belibtreu) e Beppe (Paolo Mazzarelli) mentre il conflitto con Turatello diventa sempre più aspro. Anche il tentativo di Antonella (Paz Vega), l’ amica d’infanzia di Renato, di organizzare un incontro chiarificatore fra i due boss si risolve in un fallimento e così fra le due bande si scatena una lotta senza quartiere che mette a ferro e fuoco la città. Così la fama della efferatezza della banda continua a crescere insieme alla notorietà di Renato Vallanzasca.
A questo punto, Vallanzasca decide di fare il salto di qualità e di allargare l’attività entrando in un mercato più remunerativo e meno rischioso, quello dei sequestri di persona. Il primo ostaggio è Nicoletta (Monica Barladeanu), una bella ragazza di famiglia facoltosa che viene liberata in cambio di un riscatto. Ma poi l’uccisione di due poliziotti presso il casello di Dalmine segna il destino di Vallanzasca che, ferito e fuggito a Roma, viene arrestato dopo poco. Il periodo di detenzione nel carcere romano di Rebibbia gli offre l’occasione di un chiarimento con il nemico giurato Francis Turatello. Gli anni successivi saranno scanditi dai passaggi da un carcere all’altro: Novara, Ariano Irpino, Asinara. Nel frattempo Turatello, a seguito di una sanguinosa faida che si scatena all’interno delle carceri, viene massacrato a Badu e’ Carros, da un gruppo di criminali probabilmente guidati da un suo ex sgherro, Donato (Lorenzo Gleijeses). E sarà proprio durante il viaggio in nave per la Sardegna, che il Vallanzasca tenterà con successo l’ennesima evasione, trovando una via di fuga attraverso un oblò. Torna a Milano e – dopo una visita ai genitori – rivede Antonella, la donna che gli era stata accanto da tutta una vita. Un incontro che prenderà una piega inattesa, per entrambi. Ma il tempo non aspetta e la latitanza di Vallanzasca si conclude in una sera d’estate.
”La cosa interessante – ha sottolineato Kim Rossi Stuart – è la coabitazione in una persona sola di tanti elementi in contraddizione fra loro: sensibilità e spietatezza, gentilezza e violenza. In lui c’è una sorta di esuberanza istrionica. Sono personaggi che vale la pena raccontare”.
E per raccontare un uomo così complesso il protagonista ha più volte parlato con lo stesso Vallanzasca: “Difficile dare un giudizio su questi incontri. Non avevo idee preconcette, mi sono avvicinato a lui pronto a uno scambio di emozioni, sensazioni. Tutto quello che ho percepito lo ritrovate nella recitazione”.
Un ruolo da protagonista per Rossi Stuart, ma anche da cosceneggiatore con lo stesso Placido. “Esisteva già un testo – ha sottolineato – ma non ci convinceva. Così ci siamo chiusi per un mese e mezzo nella mia casa di campagna e abbiamo buttato giù la nuova stesura. E’ stata una bella esperienza, una sfida per me. In passato avevo già fatto un film, ma si trattava di una pellicola intimista e anche la ritmica era molto diversa”.
Un lavoro di studio e ricerca alla base del film, così come c’è la ricerca alla base della costruzione del personaggio di Ciro Scianna. Palermitano, 28 anni, reso celebre al grande pubblico per l’interpretazione in Baaria ha spiegato di “avere detto subito ‘sì’ alla proposta di Placido”. “Certo – ha aggiunto – mi sono documentato sul personaggio, sul periodo storico. Sono stato a Milano per prendere l’accento e mi sono confrontato con Michele per capire come affrontare il ruolo”.
Dopo tante polemiche la parola passa agli spettatori. Dopo l’anteprima nazionale, venerdì l’uscita nelle sale per poi essere distribuito anche all’estero. “Debuttiamo da Palermo – ha commentato Placido – città che conosco e in cui ho recitato. Mi aspetto un giudizio positivo, sono fiducioso e tranquillo. Confido nell’onestà intellettuale dei palermitani, che giudicheranno in base alle proprie emozioni. Se andrà bene qui, accadrà lo stesso nel resto d’Italia”.