Droga a casa dell'ex sindaco | Ma lui non ne sapeva nulla - Live Sicilia

Droga a casa dell’ex sindaco | Ma lui non ne sapeva nulla

Fra i luoghi dove veniva stoccata la marijuana c'era pure un magazzino della moglie dell'ex primo cittadino di San Cipirello. I due erano all'oscuro di tutto e sono totalmente estranei all'inchiesta.

PALERMO – “Puoi passare di qua… dal sindaco?”, chiedeva Pietro Ficarrotta a Salvatore Mulè. Il primo è stato arrestato nel blitz dei carabinieri, mentre il secondo in galera c’era già finito ad aprile.

I militari del gruppo di Monreale hanno drizzato le antenne e hanno scoperto che fra i luoghi dove veniva coltivata e stoccata la droga c’era pure la casa della moglie di Calogero Trupiano, sindaco di San Cipirello, in carica dal 1997 al 2007.

Nascondevano la marijuana a casa dell’ex primo cittadino ignaro, come la moglie, di ciò che stesse accadendo. A condurre i militari nel magazzino incriminato ci ha pensato l’impianto Gps piazzato sulla macchina di Giuseppe Lo Voi a bordo del quale c’era pure una cimice. “Stasera sopra la cosa lo voglio lasciare – diceva Lo voi al nipote Salvatore –… come devo fare? Dentro un malaseno pure dentro i casotti, o dal sindaco chiusi. Però domani è giornata di caccia… l’odore”.

Il magazzino della moglie dell’ex sindaco si trova in contrada Argivocalotti, a Monreale, ad un tiro di schioppo dalla masseria di Salvatore Mulè e Giuseppe Lo Voi, base operativa del clan mafioso. Quando la signora Trupiano è stata convocata dai carabinieri ha spiegato che il marito aveva concesso l’immobile, qualche anno prima, a Pietro Ficarrotta. Una volta l’ex sindaco aveva pure trovato la porta di accesso al sottotetto del magazzino aperta. Era la spia dei traffici illeciti che vi venivano organizzati.

E’ qui che i militari, nell’ottobre dell’anno scorso, hanno trovato 25 chili di marijuana. La roba era già essiccata e chiusa dentro sacchi di nylon sistemati sopra pedane di legno. Uno stratagemma per tenere lontani i topi e difendere la merce dall’umidità. Non dai carabinieiri, però.


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