CATANIA – Producevano, stoccavano e vendevano marijuana: era l’attività del gruppo criminale individuato dalle indagini dell’operazione Slot Machine, che mercoledì scorso ha portato in carcere 21 persone. Al gruppo di coltivatori e fornitori gli investigatori della Guardia di Finanza sono arrivati indagando su un’associazione di trafficanti di droga.
I grossisti
L’obiettivo principale delle indagini del Gico era il gruppo che aveva come nucleo i quattro fratelli Vitale, indagati per la loro attività di grossisti di marijuana, cocaina e hashish nella provincia di Catania. I Vitale avevano soprattutto due fonti di approvvigionamento, nel catanese e in Toscana, ma dato l’ampio volume di affari avevano sempre necessità di trovare nuovi fornitori.
Tenendo d’occhio uno dei corrieri del gruppo e rendendosi conto che sta per avvenire una grossa consegna di marijuana, gli investigatori ascoltano una telefonata tra uno dei fratelli Vitale, Fabio, e Pietro Artimino. I due parlano di una ristrutturazione in pietra lavica e della consegna di “tegole” commissionate da Vitale: “Noialtri gli dobbiamo fare tutta la facciata in pietra lavica”, dice Vitale al telefono, e Artimino risponde “Io le mostre le tengo pronte, così domani le guardiamo, vediamo quali dobbiamo prendere”.
In seguito ad altre indagini, i finanzieri scoprono che i fratelli Vitale si sono incontrati con Artimino nella zona di Grammichele e hanno prelevato circa 32 chili di marijuana.
Il sequestro
Poco tempo dopo le microspie captano altre conversazioni: si parla di un “piano cottura” da realizzare, e gli investigatori capiscono che è in preparaizone un altro carico.
I due fratelli Franco e Giuseppe Vitale vanno a Grammichele e incontrano Pietro Artimino, che gli mostra della marijuana: “Questo è buono – dice – nessuno si è lamentato, 120 chili se ne sono presi”.
I Vitale organizzano lo spostamento di droga e convocano un corriere, con cui vanno a Grammichele, ma per motivi che non si conoscono questo primo tentativo non va a buon fine. I Vitale e il corriere tornano a Catania a mani vuote.
Un mese dopo i tre, sempre osservati dagli investigatori della Finanza, tornano a Grammichele con due auto. Quando sono di ritorno verso Catania li attende una pattuglia in divisa, che mette in allarme i fratelli Vitale e fanno capire agli investigatori che stanno facendo da staffetta al corriere della droga.
I due fratelli non vengono fermati al posto di blocco della Guardia di Finanza, mentre il corriere riceve l’alt e prova a scappare, ma viene fermato poco dopo. In seguito al controllo vengono trovati sulla sua auto 8 sacchi neri pieni di marijuana, per un totale di 134 chili di sostanza.
La coltivazione
Proprio grazie a questo episodio è stato possibile rintracciare la grande piantagione di cannabis gestita da Pietro Artimino e da suo fratello Gianpaolo nella zona di Militello. Sull’auto del corriere infatti era stato piazzato un gps, che ha rivelato la posizione del casolare in cui Artimino stoccava la droga. Continuando ad ascoltare e tenendo d’occhio i fratelli Artimino, i finanzieri arrivano a un terreno a Militello in Val di Catania, dove i due coltivano più di 10 mila piante di marijuana.