L’obiettivo era riprendere i traffici di droga tra la Sicilia e l’America. Una Pizza Connection in chiave moderna. Gli arresti della polizia mandarono in fumo i piani della cosca di Santa Maria del Gesù. La ricostruzione della Procura regge anche in appello. Cadono, però, alcune contestazione e gli imputati ottengono degli sconti di pena. In alcuni casi, si tratta anche di forti riduzioni.
Il collegio presieduto da Maria Patrizia Spina ha inflitto quindici anni al presunto capomafia Gioacchino Corso (difeso dall’avvocato Michele Giovinco. Aveva avuto 25 anni), 14 anni a Giuseppe Lo Bocchiaro (condannato a 23 anni in primo grado era difeso da Miria Rizzo), 7 anni e 4 mesi a Giuseppe Guercio, 6 anni e 4 mesi ciascuno, invece, a Massimo Mancino, Girolamo Rao e Giovanni Burgarello. Pena ridotta anche al fratello di Gioacchino Corso, Gianpaolo, che dovrà scontare 10 anni. Dieci anni e 8 mesi per Giovanni Lo Verde, 8 per Ignazio Traina, mentre la pena più bassa (8 mesi di carcere) è toccata a Salvatore Luisi.
I giudici hanno anche confermato i risarcimenti assegnati alle parti civili, le associazioni antiracket, la Provincia e il Comune di Palermo, che si erano costituiti a fianco delle vittime delle estorsioni.