PALERMO – Archiviata l’inchiesta sulle presunte irregolarità nella gestione dell’appalto per la costruzione del Tram di Palermo, che aveva gettato ombre sull’importante opera pubblica inaugurata a dicembre del 2015.
Cade l’accusa di abuso d’ufficio contestata a Domenico Caminiti, direttore generale dell’Amat dal 2003 al 2011, che aveva ricoperto il ruolo di responsabile unico del procedimento.
Le indagini, come emerge dal decreto di archiviazione, hanno escluso anche eventuali episodi di corruzione: “Le accurate attività di verifica e di accertamento patrimoniale in ordine a posizioni bancarie, creditizie e patrimoniali di soggetti interessati a vario titolo nella procedura di appalto – scrive il giudice Filippo Serio – non hanno riscontrato anomalie meritevoli o suscettibili di approfondimento”.
La vicenda era parecchio complessa. Sotto osservazione erano finite, in particolare, alcune perizie di variante non approvate dal Ministero delle Infrastrutture e dal Comune di Palermo, le pratiche di esproprio dei terreni, presunte carenze documentali delle ditte appaltatrici, possibili errori progettuali.
Ed, invece, l’ingegnere Caminiti, difeso dagli avvocati Francesco e Giuseppe Crescimanno, è riuscito a fornire “esaurienti e convincenti considerazioni”. “La corposa memoria è stata finalizzata a fare chiarezza su tutta la complessa vicenda della costruzione del sistema tram, al fine di evidenziare le informazioni non corrispondenti alla realtà dei fatti – si legge in una nota dei legali – nonché le incongruenze e le sfasature contenute negli esposti del Comune di Palermo, dell’Amat e dell’Autorità anticorruzione, che non sempre hanno tenuto effettivamente conto della mole imponente degli atti che, invece, meritavano di essere attentamente vagliati e valutati. Contrariamente a ciò che solitamente si ritiene, cioè che tendenzialmente l’esecuzione delle opere pubbliche si associ a ombre sull’operato dei responsabili della loro conduzione, – concludono i legali – l’esito del procedimento a carico dell’ingegnere Caminiti dimostra che, nel caso del Tram di Palermo, le procedure adottate e la condotta del rup sono state legittime e trasparenti”.