Nelle città di Palermo e Catania, l’attenzione per le sfumature, concettuali più che cromatiche, insieme con l’attrazione per quelle zone liminari e ibride dell’espressione artistica sono i moventi principali di due mostre (una in chiusura, l’altra di prossima inaugurazione) che, al di là delle diversità, rivelano il comune interesse per il processo creativo e per l’interdisciplinarietà attiva tra disegno, musica e pittura.
Nel cuore del centro storico di Palermo, la programmazione del coworking Neu[nòi]-spazio al lavoro di Palazzo Castrofilippo riapre, dopo la pausa estiva, con la personale di Angelo Sturiale (Catania, 1970) dal titolo “SEIBUTSU. Il segno della musica”. Lo spazio, che nella scorsa stagione si è contraddistinto in un crescendo di qualità e coerenza progettuale, prosegue, dunque, la sua operazione di contaminazione dei linguaggi e abbattimento delle barriere fra spazio dell’arte e spazio della vita proponendo nuove soluzioni espositive all’interno dei luoghi del quotidiano. La mostra, il cui titolo rimanda al termine giapponese “organismo, qualsiasi forma di essere vivente”– curata da Giusi Affronti e visitabile ancora fino al 5 ottobre– presenta un corpus di disegni a penna e a inchiostro, in cui il tessuto grafico, affollato ma lieve, invasivo ma instabile, occupa ossessivo il pentagramma utilizzato come supporto. Quest’ultimo, emancipato dall’essere solo un medium per seguire esecuzioni musicali, si fa prezioso strumento di indagine sulle possibili connessione tra immagine e suono, tema centrale della ricerca dell’artista siciliano.
In quelli di Catania, invece, si inaugura il 6 ottobre nello spazio espositivo Kina una collettiva di un gruppo eterogeneo di artisti – Brevidistanze (Andrea e Marco Mangione), Irene Catania, Laura Cantale, Fabrizo Cosenza, Giuseppe Mendolia Calella, Nuovo Cinema Casalingo – a cura di due giovani curatori, Valentina Lucia Barbagallo e Salvatore Davì. La mostra indaga, interpreta e racconta il ‘bianco’, partendo proprio dalla ambiguità fonetica dettata dall’errore ortografico del titolo dell’esposizione “Why.te”, che rimanda contemporaneamente alle due parole inglesi: “why/perché”, “white/bianco”. Il bianco come incipit e premessa del processo creativo, come tutto e niente, sommatoria cioè di tutti i colori visibili e suoni udibili, ma al contempo assenza di questi stessi, diviene così la terra di contrasti e ossimori in cui si confrontano e possono prendere vita nuove riflessioni e sperimentazioni linguistiche.
Info:
“SEIBUTSU. Il segno della musica” – Angelo Sturiale
Neu [nòi] – spazio al lavoro presso Palazzo Castrofilippo, Via Alloro 64 – Palermo.
Fino al 5 ottobre (da lunedì a venerdì h 10/17, su appuntamento +39 393 979 97 32).
Why.te
Kina, via Montesano, 28 Catania.
Fino al 13 ottobre 2012 (tutti i giorni h 10/12.30 e 17.30/19.30).