PALERMO – In quanti si staranno mangiando le mani a Palermo dopo aver visto quella doppietta decisiva nel passaggio del turno con il Barcellona, o le prestazioni offerte nelle semifinali contro il Monaco utili a raggiungere la sua prima finale di Champions League a Cardiff? La risposta la conosciamo bene e per il talento argentino Paulo Dybala, nato a Laguna Larga 23 anni fa e che in Sicilia è cresciuto e divenuto il giocatore che conosciamo, è più che giustificata. Nel capoluogo rimpiangono ancora ‘ù picciriddu’, sottratto a detta di molti troppo presto dalla vetrina rosanero, che lasciò Palermo per la Juventus lasciando alle sue spalle una tifoseria innamorata di lui e tante magie in appena tre stagioni all’ombra del Monte Pellegrino.
Rivedendo proprio tante di quelle giocate oggi nel prestigioso palcoscenico della Champions con la maglia bianconera, e contemporaneamente affiancandogli le immagini di un Palermo retrocesso in B con tre giornate di anticipo, non si può non tornare con la mente all’ultima stagione nel campionato cadetto dei rosa illuminato dai gol dell’argentino che insieme a Franco Vazquez iniziò a muovere i primi passi nella costruzione di una coppia che l’anno successivo in A avrebbe mostrato cose pregevolissime. In quell’annata, sopratutto sotto la gestione tecnica di Beppe Iachini che in Dybala scorse immediatamente le stigmate del predestinato, l’attaccante capì di poter raggiungere un giorno non tanto lontano quell’obiettivo che oggi tutti celebrano: una finale di Champions League.
La crescita a livello tecnico della ‘Joya’, già dall’anno seguente in A con il Palermo che due stagioni dopo all’esordio difficile con una maglia pesante come quella dei piemontesi, impressiona poi ancor di più considerando il modo di divenire uomo fondamentale ed imprescindibile per Massimiliano Allegri che osservandolo da avversario, quello che sarebbe divenuto uno dei suoi attaccanti di punta, non ha esitato a convincere la sua società a spendere una cifra monstre per il crack che in breve tempo avrebbe incantato anche il ct della nazionale argentino Bauza. Con l’esordio in maglia albiceleste Dybala è riuscito poi ad innescare anche il dualismo nientemeno con Lionel Messi.
Il confronto con la Pulce in Champions si è chiuso con un netto 2-0 in favore del bianconero (la doppietta che ha steso i blaugrana allo ‘Stadium’, ndr) che adesso nell’ottica di una finale contro Cristiano Ronaldo a Cardiff lo può proiettare addirittura verso il riconoscimento personale più grande per un giocatore di calcio, il pallone d’oro. Probabilmente Dybala nell’anno della promozione dalla serie B col Palermo non poteva nemmeno immaginare che in pochi anni la sua vita sarebbe cambiata in maniera così decisa ma sicuramente in rosa ha preso coscienza del suo enorme talento. Chissà se adesso che il club di viale del Fante è retrocesso nuovamente la storia della Joya non possa dare l’ispirazione ai giocatori che faranno parte della squadra nella prossima stagione.