PALERMO – Dieci partite senza un gol su azione e un futuro ormai certo. L’astinenza da reti di Paulo Dybala sarebbe tale da far scattare qualche campanello d’allarme in casa Palermo, se solo l’obiettivo salvezza non fosse già da tempo archiviato e matematicamente raggiunto. Che l’attaccante argentino abbia però smesso di centrare la porta è una dato senza dubbio preoccupante. Tra distrazioni legate alle sirene di mercato e una fisiologica stanchezza dopo un campionato da trascinatore dei rosa è del tutto normale che un giocatore della sua età inizi a risentirne. Con un Palermo che guarda però al futuro e altre quattro partite utili a provare la base per la prossima stagione, c’è da chiedersi se non sia il caso di dare almeno un turno di riposo all’argentino.
Dalla rete segnata all’Olimpico contro la Lazio sono passati più di due mesi. In mezzo, soltanto una rete su calcio di rigore realizzata contro il Milan, nella sfida persa al Barbera per 2-1, poi qualche palo e tre assist vincenti contro Udinese e Genoa. Decisamente poco per gli standard a cui Paulo Dybala ci aveva abituato ad inizio stagione, ancor di meno se rapportato alle grosse cifre che circolano attorno al suo cartellino per una cessione ormai imminente. Le prossime quattro partite saranno le ultime in maglia rosanero per il gioiellino nativo di Laguna Larga e se Iachini vuole iniziare a fare le prove generali per l’attacco del nuovo Palermo, sa benissimo di dover fare a meno del suo numero nove.
In panchina Andrea Belotti scalpita da un’intera stagione. Dopo aver segnato cinque reti nelle prime ventuno giornate di campionato, il “Gallo” aveva iniziato a sperare in una doppia cifra a livello realizzativo per ripetere l’exploit della passata stagione in Serie B. Con quattro gare rimaste e un digiuno non certo meno pesante rispetto a quello di Dybala, il traguardo delle dieci reti resta una chimera. Ancor di più se il minutaggio dovesse confermarsi sulle cifre dell’intero girone di ritorno: l’ultima partita giocata da titolare risale alla diciottesima di campionato, Fiorentina-Palermo, con una rete su rigore e due assist per la doppietta di Robin Quaison. Dopodiché, una media di circa 21 minuti a partita, una miseria se rapportata al suo rendimento nel girone d’andata.
E proprio il già citato Quaison è l’altro candidato ad un ruolo di primo piano nel Palermo del futuro. Nel Palermo del presente, invece, dopo qualche speranza data dal cambio di modulo e dall’inserimento di un altro trequartista insieme a Vazquez, lo svedese è tornato ad assaporare il gusto amaro della panchina. Una scelta tecnica, indubbiamente, nella quale ha influito anche un rendimento in calo per l’ex AIK, in contemporanea ad una salita delle quotazioni di Chochev, che ha fatto propendere per il ritorno al 3-5-1-1. Che però Quaison voglia mettersi ancora in mostra è innegabile, e il suo utilizzo in ruoli quasi inediti come l’esterno a cinque ne è la prova. Nulla di strano, però, che la volontà di tornare a giocare più avanzato sia quella preponderante. E se Iachini sa già di dover fare a meno di Dybala (e chissà, forse anche di Vazquez), programmare già da oggi il nuovo Palermo con una coppia d’attacco fatta in casa potrebbe essere il primo passo per accelerare i tempi e affinare l’intesa tra i due.