"E' finito un incubo" |Domani 'Asso 22' torna a casa - Live Sicilia

“E’ finito un incubo” |Domani ‘Asso 22’ torna a casa

la nave sequestrata in libia
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‘E’ finito un incubo”, dicono le famiglie dei marinai. ‘Asso 22′, il rimorchiatore italiano rimasto sotto il controllo di militari libici armati per un mese, è finalmente libero e sta tornando a casa. La soluzione della vicenda – spiega l’armatore, Mario Mattioli – è stata possibile ”grazie alla via diplomatica, ai suoi massimi livelli”. Non è stato pagato alcun riscatto, assicura la compagnia Augusta Offshore, proprietaria della nave, ma nemmeno erano mai giunte alla società richieste di denaro. L’equipaggio – undici uomini, di cui otto italiani – sta bene. E’ stato raggiunto da un team di medici, che ha visitato gli uomini e sta viaggiando con loro verso le coste della Sicilia, dove l’attracco è previsto domani, ad Augusta.

Tutto risolto, dunque, anche se l’armatore spiega ai cronisti di non conoscere ancora i motivi reali del sequestro. ”Un’idea ce la siamo fatta”, dice, ossia quella che i libici abbiano voluto usare la presenza di una nave italiana nel porto di Tripoli come ”deterrente”, come una sorta di ”assicurazione” dal rischio di attacchi della coalizione. ”Asso 22 è rimasto ormeggiato in una banchina, nel momento in cui c’erano, e ci sono ancora, situazioni delicate e importanti dal punto di vista militare. Se poi ci fosse stato dell’altro, dovremo aspettare il lavoro delle autorità competenti per saperne di piu”’. Ora, comunque, è il momento di tirare il fiato dopo un mese di ansia. Mattioli si complimenta con il comandante del rimorchiatore, Luigi Chiavistelli: ”E’ stato determinante, ha gestito una situazione difficile con grande professionalità, umanità ed equilibrio. E tutto l’equipaggio ha dato il meglio di sè”.

Dalla compagnia Augusta Offshore un grazie alla Farnesina: ”Sono stati decisivi”. Il ministro Frattini esprime ”particolare soddisfazione” per l’esito positivo della vicenda: in una nota del ministero si sottolinea come ”il riserbo stampa si è dimostrato ancora una volta giusto ed utile per non compromettere l’efficacia delle iniziative istituzionali che hanno condotto alla positiva conclusione del caso”. Il rimorchiatore si è mosso ieri sera poco dopo le 23 dal porto di Tripoli. Alle 23,30 ha stabilito il primo contatto con la nave San Giorgio della Marina militare che lo ha preso in custodia e lo sta scortando nella navigazione di rientro in Italia.

Un team di sicurezza ed uno medico sono saliti a bordo, confermando che l’equipaggio sta bene. In ogni caso lo stesso armatore tiene a ricordare che i marinai sono stati trattati ”in modo assolutamente umano” dai militari libici, i quali hanno consentito non solo i rifornimenti ma anche la possibilità costante di comunicazioni con l’Italia. Archiviata questa vicenda, si resta con il fiato sospeso per altre due navi italiane: la motonave Rosalia D’Amato, sequestrata da pirati nella notte tra il 20 e il 21 aprile, attualmente in navigazione verso la Somalia senza che sia stato ancora possibile comunicare con l’equipaggio, e la Savina Caylyn, sequestrata l’8 febbraio e ancora in mano ai pirati.

(fonte: Ansa)


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