PALERMO – Le assunzioni sono appena tre. Ma rischiano di scatenare una guerra di carte. La Sas, megapartecipata della Regione siciliana sembra portare con sé la maledizione delle società dalle quali è sorta. Aziende come la Multiservizi, la Beni culturali spa e la Biosphera, da anni, ormai, teatro di ricorsi, sentenze e querelle giudiziarie.
Le tre assunzioni, in questo caso, riguardano tre ex dirigenti della Multiservizi, che la Sas ha deciso di assumere adesso, dopo che gli stessi erano rimasti fuori dal processo di licenziamento collettivo e contestuale assunzione che aveva portato, appunto, alla nascita della mega-partecipata da duemila dipendenti. Così, ecco l’attacco dei Cobas Codir: “Sono assunzioni per chiamata diretta, di natura clientelare. Invieremo le carte alla Procura e alla Corte dei Conti”. E subito a ruota, la replica dela società: “Quelle assunzioni sono legittime – ha detto il presidente di Sas Giuseppe Di Stefano – e saremo noi a tutelare l’onorabilità di questo cda anche in sede penale”.
I dipendenti oggetto di questa “guerra” sono di Antonio Zagarella (lui verrebbe assunto in qualità di dirigente), Vincenzo Cottone (funzionario direttivo) eGiovanni Farina (assunto come istruttore direttivo). Per farla breve, i tre erano dipendenti di Multiservizi. In occasione dello scioglimento della società, e della contestuale assunzione dei dipendenti nella nascente Sas, si era scelto lo strumento della legge 223 del 1991 che disciplina il cosiddetto “licenziamento collettivo”. Una norma, però, che non prevede la riassunzione nella nuova società per chi svolgeva, nell’azienda in liquidazione, mansioni da dirigente.
Già alcuni mesi fa, a dire il vero, il primo dei quattro dirigenti Sas “salta”: si tratta di Piero Aiello che, a differenza degli altri tre, era stato assunto dopo il limite fissato da una delibera regionale al 31 dicembre 2009. Un “caso” anche questo, visto che Aiello ribattè di essere stato assunto sì, nel 2010, ma dopo aver lavorato per anni nella società.
Per gli altri tre, lo “scoglio” era dato da quella norma che prevede appunto lo “stop” per l’assunzione dei dirigenti. Un veto in parte caduto e in parte aggirato oggi, visto che la Sas ha deciso, appunto di assumere Zagarella come dirigente, Farina come funzionario e Cottone come istruttore. Il motivo del diverso livello tra i tre è legato al fatto che Farina e Cottone al 31 dicembre del 2009 risultavano assunti nella Multiservizi, ma sarebbero stati “promossi” dirigenti solo dopo quella data.
Ma oggi, come detto, la scelta di assumere i tre. E la reazione veemente del sindacato Cobas Codir: “Giuseppe Di Stefano, – l’accusa del sindacato – presidente della Sas si appresterebbe ad assumere alcuni soggetti senza alcuna procedura concorsuale a evidenza pubblica, nonostante la censura già espressa dal proprio ‘Collegio dei sindaci’ e da alcuni pareri legali rilasciati gratuitamente dall’avvocato Claudio Alongi, consulente della Società. Il presidente Sas Di Stefano – aggiungono poi i Cobas Codir- avrebbe coinvolto un ‘noto studio legale’, che in data 9 settembre scorso avrebbe rilasciato un ulteriore parere, a pagamento, che – se venisse preso in considerazione – annullerebbe la censura dell’organo interno di vigilanza (Collegio dei sindaci) e dello stesso consulente legale, procedendo ad assunzioni per chiamata diretta per ‘raccomandazione legale'”.
Il collegio sindacale della Sas, in effetti, si era espresso contro le assunzioni, proprio per i limiti imposti dalla legge 223 e dalla delibera del 2012. Il “noto studio legale” che invece la pensa diveramente è, per intenderci, lo studio “Garilli Marinelli & Associati”, che nel suo parere, tra i motivi per i quali considerare legittime quelle assunzioni, sottolinea il fatto che il procedimento di “licenziamento collettivo”, pur essendo uno strumento legittimo, non è l’unico a disposizione per l’assunzione nella nuova società. Per i dirigenti, infatti, si potrebbe far ricorso – secondo i legali – anche alle regole in tema di recesso e alle disposizioni previste nel contratto collettivo di lavoro.
Ma al di là dei tecnicismi, secondo il presidente della Sas, quelle assunzioni sarebbero anche il frutto del buon senso: “Queste tre persone – la replica di Di Stefano – erano già dei dipendenti di Multiservizi. Con le loro assunzioni non facciamo altro che completare l’iter di assorbimento nella nuova Sas. Un completamento che è il frutto di tre deliberazioni del socio (la Regione detiene oltre l’83% del capitale societario di Sas, ndr), oltre che di una delibera dell’assessorato all’Economia”. Non solo, Di Stefano precisa che l’operato di Sas, oltre a essere stato “lineare, corretto e orientato alla collettività”, ha prodotto anche degli immediati effetti di risparmio per le casse pubbliche: “Va ricordato – spiega infatti Di Stefano – che le tre società che sono confluite poi in Sas, ‘vantavano’ cinque dirigenti. Oggi quei dirigenti sono appena due. Abbiamo anche – aggiunge – ridotto da tre a una soltanto le sedi dell’azienda, risparminando centinaia di migliaia di euro”.
Anche per questo, Di Stefano promette battaglia al sindacato che ha sollevato il caso. “Tutelerò – annuncia il presidente di Sas – le mie ragioni e l’onorabilità del cda di Sas in tutte le sedi, anche in quella penale. I Cobas Codir sanno bene di dire il falso”. Ma i Cobas non si scompongono: “La posizione espressa dal sindacato – si legge in una nota – attiene all’ambito del diritto di critica sindacale e politica che prescinde da valutazioni inerenti il corretto agire della società e della sua governance che comunque non sono di nostra competenza; né la presa di posizione del Cobas Codir intende essere un attacco personale nei confronti di chi – a vario titolo – è attore o ha partecipato a vario titolo alla costruzione del percorso legale e politico-amministrativo da noi – comunque – non condiviso”. Intanto, i tre ex dirigenti Multiservizi sono i tre ultimi e nuovi dipendenti di Sas. “Una procedura corretta – precisa Di Stefano – che seguiremo in altri casi analoghi. Sas, insomma, se sarà necessario, assumerà anche altri ex dipendenti di società in liquidazione”.