L’imprenditrice Valeria Grasso ha inserito un commento su Livesicilia in risposta alla nota stampa diffusa dal comitato addiopizzo.
Mi sia consentita una breve replica:
PUNTO 1
1) Nel mese di gennaio 2007 inizia la mia collaborazione solitaria con i carabinieri e ancora non conosco: né “Addio Pizzo”, né “Libero Futuro”, né “F.A.I.”, quest’ultima a tutt’oggi illustre sconosciuta;
2) 23 marzo 2007 arresto degli estorsori Salvatore Lo Cricchio e Pedone Rosario e ancora non conosco: né “Addio Pizzo”, né “Libero Futuro”, né “F.A.I.”;
3) 17 marzo 2008 inizio processo a carico di Lo Cricchio Salvatore con rito abbreviato e mia costituzione di parte civile e ancora non conoscio: né “Addio Pizzo”, né “Libero Futuro”, né “F.A.I.” . Con sorpresa, tuttavia, le associazioni “Addio Pizzo” e “F.A.I.”, si costituiscono parte civile nel processo. Il rito abbreviato non prevede dibattimento ed il predetto processo si conclude con la condanna dell’imputato ad anni sette di reclusione oltre ad un risarcimento in favore delle parti civili, rispettivamente:
a) Grasso Valeria €. 30.000,00, oltre €. 1.180,00 per spese legali;
b) F.A.I. €. 15.000,00, oltre €. 1.680,00 per spese legali;
c) Addio Pizzo €. 28.000,00, oltre €. 1.680,00 per spese legali;
lascio al lettore qualsiasi commento, considerando che nulla avevano fatto le associazioni (nemmeno le conoscevo).
4) 17 marzo 2008 inizio processo a carico di Pedone Rosario con rito ordinario e mia costituzione di parte civile e ancora non conosco: né “Addio Pizzo”, né “Libero Futuro”, né “F.A.I.”.
Con sorpresa anche in questo processo le associazioni “Addio Pizzo” e “F.A.I.”, si costituiscono parte civile. Il rito ordinario prevede il dibattimento con l’escussione dei testimoni ed è proprio in occasione della mia testimonianza che conosco le associazioni, le quali per la prima volta mi hanno fornito una assistenza legale. Il predetto processo si conclude con la condanna dell’imputato ad anni dodici e mesi sei di reclusione oltre ad un risarcimento in favore delle parti civili, rispettivamente:
a) Grasso Valeria €. 50.000,00, oltre €. 15.000,00 per spese legali. Poi ridotti soltanto a 20.000,00 per quel riguarda il risarcimento;
b) F.A.I. €. 10.000,00, oltre €. 15.000,00 per spese legali;
c) Addio Pizzo €. 10.000,00, oltre €. 15.000,00 per spese legali;
anche in questo caso lascio al lettore qualsiasi commento, considerando che l’assistenza legale fornitami è stata ben ricompensata (15.000,00 + 15.000,00 + 15.000,00 = 45.000,00).
Successivamente assistenza burocratica per il recupero delle somme relative al risarcimento a me riconosciuto, complessivamente 50.000,00 a fronte di un risarcimento complessivamente riconosciuto alle associazioni di ben 63.000,00, oltre le predette spese legali per complessivi €. 45.000,00.
Ricordo ancora una volta che l’associazione F.A.I., beneficiaria di un risarcimento per il mio solitario gesto di legalità, mi è tutt’oggi sconosciuta se non per alcune informazioni raccolte sul loro sito internet! Chi è il presidente? come mai nessuno ha sentito il dovere o il piacere di conoscermi?
PUNTO 2 E PUNTO 5
Ho riascoltato l’intervista e mi pare di avere riferito la collaborazione per la riapertura del conto corrente e comunque per l’assistenza bancaria. Di ciò non finirò mai di ringraziare!
PUNTO 3
Ho già parlato dell’iniziale assistenza burocratica fornita.
PUNTO 4
Smentisco categoricamente il punto n.4! Ciò è avvalorato e dimostrato dai fatti. A proposito della mia sicurezza personale, è appena il caso di sottolineare che da quando ho denunciato i miei estorsori ma soprattutto da quando si sono conclusi i processi ho subito diversi segnali intimidatori che di seguito provvedo cronologicamente ad elencare:
– in data 3.09.2009, furto con scasso all’interno della palestra con sede in via dell’Olimpo 30 (denuncia presentata ai Carabinieri);
– in data 12.04.2010, taglio doloso dei cavi elettrici in prossimità del contatore ENEL che alimentavano l’intera palestra (denuncia presentata ai Carabinieri);
– in data 30.04.2010, danneggiamento autovettura di mio padre (denuncia presentata ai Carabinieri);
– in data 6.12.2010, furto con scasso all’interno della palestra con sede in via Matteo Dominici n. 27/b (denuncia presentata ai Carabinieri);
Segnalo, inoltre, che all’interno delle predette denuncie sono riportati episodi relativi ad altre intimidazioni da me subite, direttamente o indirettamente (per esempio a mio padre hanno distrutto due macchine), il cui dettaglio può essere rilevato dalle relative denunce.
E’ evidente che tutti questi episodi sono stati regolarmente comunicati al sig. Colaianni, alcuni dei quali anche a mezzo mail e sono pronta a fornire tutta la documentazione relativa a semplice richiesta.
Ovviamente da loro ed in particolare dal sig. Colaianni nessuna risposta è mai arrivata! Dov’era il sig. Colaianni quando subivo tutti questi atti di intimidazione? Dov’era il sig. Colaianni quando la mia palestra è stata chiusa coattivamente dai Vigili del Fuoco per inagibilità dei locali? E ciò a causa di infiltrazioni d’acqua provenienti dal piano sovrastante i locali da me condotti. Ignorando o fingendo di ignorare altresì che il bene immobile era da tempo stato confiscato e quindi di proprietà dello Stato, unico responsabile, quindi, della predetta chiusura coattiva. Ignorando o fingendo di ignorare che alcuni clienti avevano iniziato ad intraprendere azioni legali tendenti al risarcimento del danno per la predetta chiusura coattiva dell’attività.
Solo dall’avvocato Forello alcune lettere nel lontano 2009 al demanio, ma nulla più! Poi non sapendo più che fare mi sono rivolta all’associazione “vittime della mafia”. Altro che ai politici!
PUNTO 6
Proprio per potere rendere ancora più forte il mio grido di aiuto sono stata costretta a compiere il gesto estremo di incatenarmi, lo scorso 2 dicembre, al cancello del Viminale, sede del Ministero degli Interni. Ed in un primo momento, ancora, la falsa informazione e la falsa contezza della mia situazione, portava il Sottosegretario Mantovano a diramare un comunicato stampa contenente notizie del tutto errate sul mio conto.
Per fortuna solo in serata, l’incontro avuto con il Sottosegretario Mantovano è stato di segno positivo, quantomeno per avere messo al corrente le istituzioni centrali della reale mia condizione, della quale, come detto, lo stesso Mantovano aveva una cognizione del tutto errata.
Da allora (dicembre 2010) è stata intensificata la vigilanza nei miei confronti istituendo la cosiddetta vigilanza dinamica e sono iniziati e oggi finiti i lavori per il ripristino della palestra danneggiata.
Questo è lo STATO:
Sottosegretario Mantovano;
Prefetto di Palermo dott. Caruso;
Prefetto Morcone Direttore agenzia beni confiscati;
intera Magistratura D.D.A. di Palermo;
intero corpo dei Carabinieri.
E poi se le associazioni, come dicono, avessero avuto realmente il potere di condizionare, ovvero di favorire, ovvero ancora di richiedere al Prefetto l’istituzione della vigilanza dinamica, come mai non lo hanno fatto quando subivo tutti quegli atti di intimidazione già dal 2009? Sempre pronta a qualsiasi contraddittorio.
Valeria Grasso