Edilizia, dramma Catania: | "Persi 1700 posti di lavoro" - Live Sicilia

Edilizia, dramma Catania: | “Persi 1700 posti di lavoro”

I cantieri della metropolitana sono fermi, i lavoratori rischiano il licenziamento e la città continua ad aspettare da anni una realizzazione importante per la mobilità dei cittadini. La Cementeria a Catania e, forse, anche le altre in Sicilia, chiude con gravissimi contraccolpi per l’occupazione; la Sicep, che aveva già messo in mobilità poco più di 60 lavoratori, è a rischio chiusura. Le stime del sindacato sono impietose.

Rapporto Cisl
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CATANIA. Oltre 1700 lavoratori persi, 143 imprese in meno, grandi gruppi a rischio chiusura. Nell’ultimo anno, il settore delle costruzioni a Catania ha visto un ulteriore crollo determinato dalla crisi in corso. L’analisi del settore è stata fatta nel corso del consiglio generale della Filca Cisl, la federazione dei lavoratori delle costruzioni. Il reggente Gavino Pisanu elenca i dati di una crisi senza fine davanti al segretario nazionale Salvo Scelfo e al segretario regionale Santino Barbera della federazione e ad Alfio Giulio, segretario generale della Cisl catanese. «Già il rapporto Svimez del 2012 riferisce di un crollo vertiginoso degli occupati in Sicilia nelle costruzioni: meno 24,9 per centro, contro il meno 14,1 per cento del resto del Mezzogiorno e il meno 3,7 per cento del Centro Nord». «Gli ultimi dati della Cassa Edile catanese – aggiunge Pisanu – dicono che solo nell’esercizio compreso tra ottobre 2011 e settembre 2012 gli operai sono diminuiti del 10,5 per cento e le imprese del 4,6 per cento. La massa salariale da 128 milioni di euro di inizio esercizio, a fine ottobre del 2012 si è ridotta a 108 milioni di euro: una perdita di 20 milioni, con una differenza percentuale di meno 15,38».

«Si tratta di dati che si commentano da soli e la dicono lunga su come la crisi stia devastando il nostro settore. E non è ancora finita, se pensiamo che a Catania persino la Sigenco, un colosso nel settore delle costruzioni, è a rischio fallimento, per ora evitato, grazie al concordato preventivo, cioè a un accordo stipulato attraverso il Tribunale con i creditori». I cantieri della metropolitana sono fermi, i lavoratori rischiano il licenziamento e la città continua ad aspettare da anni una realizzazione assai importante per la mobilità dei cittadini. La Cementeria a Catania e, forse, anche le altre in Sicilia, stanno chiudendo con gravissimi contraccolpi per l’occupazione; la Sicep, che aveva già messo in mobilità poco più di 60 lavoratori, è a rischio chiusura. C’è la grande ferita degli incidenti sul lavoro. «Qui occorre che si faccia largo la cultura della prevenzione – denuncia Pisanu – accanto all’attività repressiva dell’illegalità nei cantieri, imprenditori e lavoratori devono comprendere che non si possono sottovalutare tutte le misure perché si lavori per vivere e non per morire. Il compito del sindacato è anche questo».

Quali soluzioni per la ripresa del settore? Le risposte devono arrivare da vari livelli, dal nazionale al locale. Per Scelfo, «i governi regionali e nazionali devono fare un’azione anticiclica e mettere in moto l’economia attraverso la messa in sicurezza degli edifici pubblici, la riqualificazione dei centri urbani e il risanamento dell’assetto idrogeologico del territorio. E poi, non solo grandi opere, ma dare spazio all’edilizia buona, bio ed ecocompatibile». «A Catania – aggiunge Pisanu – aspettiamo risposte serie soprattutto dalla politica: piano regolatore e corso dei Martiri impongono assunzioni di responsabilità concrete». «L’edilizia – sottolinea Giulio – storicamente è stato un settore trainante per l’economia catanese e può rappresentare ancora un volano non solo per il settore ma anche per il variegato indotto, che va dall’artigianato all’industria. Occorrono buona volontà e capacità di programmazione».


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