Elena, il corpicino sepolto in campagna: parlano i carabinieri

Elena, il corpicino sepolto in campagna: parlano i carabinieri

È ripreso in Corte d’assise il processo a Martina Patti, rea confessa dell’omicidio della figlia, il 14 giugno dello scorso anno a Mascalucia.
IL PROCESSO
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CATANIA. Una pala rotta, i sacchi dell’immondizia contenenti i vestiti della vittima e infine il momento più straziante, il rinvenimento sottoterra del corpo martoriato della piccola Elena Del Pozzo. Lo ha ricostruito un sottufficiale della Sis, la sezione d’investigazioni scientifiche dell’Arma dei carabinieri di Catania, al processo a carico della mamma di Elena, la giovane Martina Patti, rea confessa del delitto.

Il maresciallo ha deposto ieri mattina dinanzi ai giudici della Corte d’assise di Catania, presieduta da Sebastiano Mignemi. Nell’aula intitolata all’avvocato Serafino Famà, la sua è stata l’unica deposizione in programma per l’ultima udienza prima dello stop al processo per la pausa estiva. Si tornerà in aula a settembre.

Un’udienza tecnica dai risvolti drammatici, considerato che il maresciallo è colui che intervenne nelle fasi dei rilievi sulla scena del delitto, ma anche a casa di Martina Patti, quel maledetto 14 giugno 2022.

La madre chiede di uscire dall’aula

Ieri a un certo punto l’imputata, che è difesa dagli avvocati Gabriele Celesti e Tommaso Tamburino, ha chiesto ai giudici di uscire dall’aula e di non assistere alla riproposizione delle immagini. Richiesta che è stata accolta dai giudici.

Il processo, insomma, è entrato sempre più nel vivo. Alla scorsa udienza avevano parlato i militari che per primi raccolsero il racconto di Martina Patti, rilevando tutte le incongruenze che li indussero a intensificare l’interrogatorio, fino al crollo della confessione.

Martina Patti, come noto, ha confessato l’omicidio

Dopo il barbaro omicidio, si ricorda, Martina Patti seppellì il corpo della figlioletta in campagna, sotterrandolo in un terreno abbandonato. Poi inventò di sana pianta la storia del sequestro. Dinanzi alle contestazioni dei carabinieri, però, finì per crollare e indicare la zona dove aveva seppellito il corpo.


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