CATANIA – Il commento a caldo, ieri sera, non c’è stato. Oggi però Nicola D’Agostino si concede all’analisi critica di un risultato che lui stesso definisce “deludente e inatteso”. Un clamoroso 3% in Sicilia che per il deputato regionale più votato nella provincia etnea lo scorso 28 ottobre è il prezzo da pagare per aver puntato sul nome di Mario Monti. Non risponde agli attacchi diretti di Raffaele Lombardo. Se gli ex amici secondo il leader autonomista valgono zero, per D’Agostino il fondatore del Mpa “è stato schiacciato dalla campagna elettorale”. I voti conquistati alle regionali però non si sono ripetuti. “Ci ho provato a convincere i miei ma non sono padrone delle loro teste”. Ora l’Unione di Centro punta alla sfida delle amministrative, e D’Agostino non esclude la messa in campo di un candidato dell’Udc per le comunali di Catania. “Ogni campagna elettorale ha la sua storia” commenta: la speranza è di tornare a fare numeri a primavera.
Onorevole D’Agostino iniziamo da un commento dei risultati?
“E’ un risultato assolutamente deludente e inatteso”.
Perché inatteso?
“Inatteso perché non credevamo che alle nazionali l’Udc, facendo una scelta di sostenere Monti premier, potesse ridursi a prendere uno striminzito 1.7%”
Un risultato determinato da colpe interne all’Udc oppure dal contesto esterno?
“Ma io credo che se per interno intendiamo tutta la classe dirigente dell’Udc, allora credo che noi, tutti, dobbiamo fare un mea culpa perché evidentemente abbiamo fatto un errore di valutazione, altrimenti avremmo avuto altri risultati”
Come risponde alle frecciate di Lombardo lanciate ieri in conferenza stampa nei confronti degli ex Mpa, e quindi anche dirette a lei?
“Non mi pare che Lombardo sia stato eletto”
Cosa ha determinato, secondo lei, questo risultato anche a livello locale?
“L’Udc a livello nazionale ha pagato il fatto di non essere alleata né a destra né a sinistra, che erano le opzioni vincenti, escludendo per un attimo Grillo. A livello locale abbiamo registrato un clamoroso e negativo 3%, ma di più non si poteva fare: perché il cittadino (elettore) ha preferito non seguire le indicazioni dei politici locali ma dei leader nazionali: Grillo, Berlusconi, Bersani, Monti, e devo dire anche giustamente e legittimamente hanno orientato il loro consenso sui temi nazionali”.
Gli errori si sono fatti, dunque, a livello nazionale e non locale?
“L’elettore siciliano, così come l’elettore lombardo, non è stato influenzato dai dibattiti locali ma da quello nazionale e mediatico. Non so cosa altro potevamo fare per migliorare il dato dell’Udc, perché la campagna elettorale l’abbiamo fatta. Ma d’altra parte mi pare che lo stesso problema lo ha avuto Raffaele Lombardo che è stato schiacciato da una campagna elettorale mediatica nazionale. Non è un problema di quanto noi potevamo dare all’Udc perché lui stesso si è reso conto che non si è ritrovato in mano più niente”.
Ora si apre una nuova fase politica: tra pochi mesi ci sono le amministrative. Come intendete organizzarvi per questa nuova sfida?
“Le amministrative vivono di un’altra legge elettorale: ci saranno delle liste, ci sarà il voto di preferenza. Sarà la campagna elettorale completamente diversa. Quindi non sarei assolutamente sorpreso se fra due mesi per il voto del comune di Catania, o della provincia, o di qualche centro più piccolo l’Udc o le liste collegate all’Udc avessero risultati enormi. Esattamente come è stato per le regionali. Perché fino a tre mesi fa il partito aveva un risultato che era a due cifre e rotondo, che è improvvisamente dimagrito e scomparso alle nazionali, e magari ritorna e riemerge alle comunali e alle provinciali. Stiamo imparando che ogni campagna elettorale ha la sua storia”.
D’Agostino è stato il deputato regionale più votato nella provincia di Catania alle regionali, quei voti però non si sono ripetuti alle nazionali, come mai?
“Io ho provato a sollecitare i miei amici a dare il voto all’Udc, ci ho provato e non ci sono riuscito del tutto. Questo a dimostrazione del fatto che i cittadini volutamente si sono sentiti liberi di esprimere un consenso legandolo al dibattito nazionale. Nessuno è padrone dei voti, non lo sono io e non lo è Lombardo. I cittadini hanno la loro testa”.
Secondo lei avete pagato anche la defezione di Marco Forzese e degli altri?
“Assolutamente no”
L’Udc quindi potrà avere un proprio candidato per le comunali a Catania?
“Perché no”
E’ pentito del passo indietro nei confronti del Movimento per l’Autonomia?
“Assolutamente no, perché dovrei essere pentito?”.