Regionali, Schifani verso la riconferma

Elezioni regionali, la nuova stagione e il finale (attenzione: spoiler)

Il prossimo presidente della Regione? Ecco lo scenario più plausibile
LA COMPETIZIONE
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3 min di lettura

Se non ci saranno sorprese politiche della penultima ora, il finale (attenzione: spoiler) della nuova stagione delle elezioni regionali, previste per il 2027, appare immaginabile. Ed è presto anticipato: Renato Schifani dovrebbe succedere a se stesso nella carica di presidente. Lo confermano perfino le recenti accelerazioni.

Immaginiamo la delusione degli aficionados della competizione, già pronti a piazzarsi in platea con popcorn e bandierine di riferimento. Tuttavia, a prescindere dalle legittime tifoserie, dalle parti e dalle controparti – per l’inerzia delle cose – la sceneggiatura appare già pronta, con residue possibilità di un sovvertimento. Vediamo perché.

Il centrosinistra ‘in panne’

Il centrosinistra siciliano, chiamato alla rivincita, è in grave difficoltà, in panne. Un giudizio ingeneroso? Basterebbe osservare il Partito Democratico per rendersi conto delle circostanze. Il Pd è impegnato in una ferocissima guerra congressuale che sta incidendo con lacerazioni profonde.

Sarà complicato rimettere insieme i cocci, qualunque sia l’esito. Anzi, i conflitti, presumibilmente, dureranno. Come si può organizzare una opposizione che abbia ambizioni di governo in un panorama di macerie e lotte fratricide, molto più aspre del confronto con i naturali avversari?

Il Movimento Cinque Stelle, dal canto suo, offre un personale politico riflessivo, aperto alla eventualità delle discussioni. Però, dipende da una casa madre ancora ondivaga sui percorsi. Un’incertezza che confina con l’impalpabilità.

E poi non sarà semplice superare il trauma della scissione alle scorse regionali, con il ritiro dell’appoggio a Caterina Chinnici, oggi europarlamentare del centrodestra. Un precedente non di buon auspicio per la compattezza.

Ecco perché i problemi del centrosinistra siciliano sembrano più grandi del tempo e della buona volontà che ci vorrebbero per risolverli, in una regione abituata a premiare, nelle urne, il centrodestra.

Non si intravvede, per ora, un tessuto condivisibile in grado di riunire arcipelaghi distanti che comprendano gli antagonisti, tra più e meno appariscenti. Nulla, ovviamente, è scritto in forma definitiva. La competitività dipenderà dalle scelte e dai comportamenti leali e dal senso di responsabilità, soprattutto dei maggiorenti: cioè Pd e M5s.

‘L’incoronazione’ del centrodestra

In teoria, i più temibili competitor, per il presidente della Regione, potrebbero arrivare dal campo amico, secondo un consueto schema. Ma il centrodestra, almeno stando alle dichiarazioni ufficiali, ha già incoronato il successore di se medesimo.

Il forzista e recordman di voti alle Europee, Edy Tamajo, additato quale candidabile è stato tranciante. E ha consegnato proprio al nostro giornale parole che hanno un suono definitivo: “Faccio parte della giunta Schifani e con il presidente si sta facendo un buon lavoro. Mi sembra ovvio che sarà lui il prossimo candidato naturale del centrodestra per proseguire l’opera”. Ecco l’accelerazione del tempo recente.

Tamajo ha detto qualcosa di più: “Gaetano Galvagno è un ottimo politico, ma sono convinto che anche Fratelli d’Italia abbia ben chiaro che il presidente Schifani debba continuare a governare. E sono certo che il bravo presidente dell’Ars mi potrà dare ragione”.

L’assessore alle Attività produttive è un politico navigatissimo e prudente. Se parla così, non è surreale ritenere che ci sia già un accordo di fondo con gli alleati.

Il presidente Galvagno, ritenuto pure lui ‘papabile’ da alcuni, ancora in una intervista a LiveSicilia.it ha affermato: “Ho trentanove anni, non ho né la presunzione, né la velleità, né la scorrettezza di interrompere un percorso, condotto con responsabilità dal presidente Schifani”. Indicazioni diffuse e univoche. La distanza dall’appuntamento non è brevissima, ma chi, domani, potrebbe smentire se stesso?

Finale di stagione

Secondo questa ricostruzione dei fatti, delle eventualità e delle circostanze – ce ne siano anche altre, di segno opposto, purché debitamente argomentate – la mera oggettività conduce alla previsione già citata.

La nuova stagione delle Regionali dovrebbe, dunque, vedere la riconferma di Renato Schifani alla presidenza della Regione. L’esito, oltre ogni sacrosanto pensiero conforme o difforme rispetto all’operato della giunta in carica, si configura nello scenario politico attualmente più nitido. Piaccia o non piaccia, con o senza popcorn.


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