Elezioni, si riaffaccia il centrodestra| Il calatino si conferma laboratorio - Live Sicilia

Elezioni, si riaffaccia il centrodestra| Il calatino si conferma laboratorio

Niente regia unitaria, nessuna coalizione, i moderati di destra sembrano tornati alternativa a renziani e 5 stelle.

CATANIA – Almeno sorride, il centro-trattino-destra. Il trait d’union stavolta è inevitabile, appunto perché una regia unitaria per tutto il centrodestra non c’è, come non c’è neppure un’idea di coalizione in senso pieno e berlusconiano. C’è semmai una porzione del mondo moderato che si muove a trazione variabile, rimanendo allo stesso tempo alternativo al vento renziano e irriducibile ai dogmi del grillismo, e fa risultato. Arriva così la vittoria di Pippo Limoli a Ramacca. Un centrista di marca Ncd che non ci sta a seguire Firrarello e Castiglione in orbita centrosinistra, tanto da ripiegare sul ben più popolare (in senso europeo) Giovanni La Via. Limoli vince e manda piedi all’aria il sindaco uscente, il dem Franco Zappalà, il quasi forzista Francesco Nicodemo e la galassia antisistema fatta da Cinque stelle e Progetto Sicilia. Una vittoria di quantità, certo, propiziata dalla discesa in campo di cinque liste e da un sistema elettorale che almeno a Ramacca non conosce doppio turno, ma pur sempre di vittoria si tratta.

Gino Ioppolo rappresenta la destra, quella col pizzo alla Nello Musumeci. Vince a Caltagirone e si prepara ad affrontare il ballottaggio partendo da uno stacco di dieci punti percentuali sul candidato di area dem Francesco Pignataro. Insomma, il laboratorio calatino si dimostra ancora una volta degno di rilievo, entro il quale l’ex centrodestra ha saputo ricomporre i cocci di una coalizione che sembrava persa nel tempo. Forza Italia e destra tornano assieme, imbarcando anche la neonata in chiave renziana Sicilia Futura di Totò Cardinale e Nicola D’Agostino. E intanto il presidente della commissione regionale antimafia prende appunti per il 2017 e guarda con più ottimismo ai palazzi palermitani.

Giarre. Per favore, non chiamatelo di centrodestra: Angelo D’Anna è un cattolico d’obbedienza civica, nonostante abbia incassato la candidatura in lista di chi la tessera di Forza Italia ce l’ha ed è fiero di averla, vedi  il caso del già consigliere provinciale Francesco Cardillo. Un’adesione – dicono – personale. Qualcuno però ha notato una certa somiglianza tra il modello D’Anna e quello di Alfio Marchini a Roma: entrambi hanno offerto un contenitore dove Forza Italia avrebbe potuto mimetizzarsi in vista di tempi migliori. La differenza è che a Giarre l’esperimento ha per ora funzionato, mentre nella Capitale è franato su tutta la linea. Di mezzo c’è anche il contributo del centrosinistra ionico che non ha saputo fare messa critica, regalando il primo turno a D’Anna e più di un pensierino di poterla spuntare anche al ballottaggio.


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