CATANIA – Un sit-in a favore dei lavoratori. A Catania si respira sempre più aria di tensione ed emergenza sociale. L’insufficienza delle risorse a disposizione della copertura degli ammortizzatori sociali in deroga sta mettendo a dura prova la vita di chi, ancora, attende di ricevere l’indennità dello scorso anno. “In città – dichiarano unanimi Angelo Villari, segretario generale della Cgil, e Giuseppe Oliva, responsabile dei Dipartimento del lavoro – i lavoratori che ancora devono percepire l’indennità per il 2012 sono oltre 800. E gli esclusi che provengono dalla mobilità ordinaria sono più di 500. A fronte di tale crisi non si può non trovare soluzioni attraverso ulteriori risorse”.
L’obiettivo della protesta organizzata davanti alla Presidenza della Regione Siciliana è quello di rivendicare i diritti dei lavoratori, individuando percorsi in grado di assicurare loro pieno sostegno mediante l’attivazione di politiche a favore del lavoro. Parlano di “macelleria sociale” Villari e Oliva, quella con cui la società etnea e, più in generale, la Sicilia si trova a dover far fronte.
“Poco tempo fa il governo regionale ci aveva rassicurati sul fatto che nella nostra isola non si sarebbe fatta “macelleria sociale” – continuano – ma l’aggravarsi della crisi industriale rispetto alla quale non si sono innescate misure idonee al sostegno della crescita e dell’occupazione stanno rendendo il quadro sempre più drammatico e le risorse messe a disposizione per gli ammortizzatori sociali in deroga, che sono lo strumento attraverso il quale deve essere data la possibilità a chi ha perso il lavoro di poter sostenere il proprio nucleo familiare, sono assolutamente insufficienti. Al momento, non sono ancora state trovate, dalla Regione Sicilia, soluzioni per l’inclusione dei lavoratori provenienti dalla mobilità ordinaria e che a causa della crisi non riescono a trovare lavoro e sono state ancora trovate risorse per il pagamento di una parte degli ammortizzatori sociali in deroga relative al 2012. Inoltre nel caso di eventuali crisi delle partecipate i lavoratori non possono essere lasciati in balia del proprio destino”.