CATANIA – Estate è sinonimo di mare, vacanza, libertà. Ma per chi vive in un letto d’ospedale, per chi necessita ogni 15 giorni di una trasfusione, estate è sinonimo di paura. Ritornano pressanti le richieste di sangue nelle strutture sanitarie per gli ammalati in terapia cronica e le associazioni catanesi, anche quest’anno, colgono “la sfida”. “L’emergenza sangue è diventata ormai una piaga in tutto il territorio siciliano, ma in particolare nell’hinterland catanese – spiega a LiveSiciliaCatania Biagio Santagati presidente provinciale Fratres – il 12 luglio è partita la nostra campagna di sensibilizzazione dal nome “Prima di andare in vacanza ricordati di andare a donare”, si concluderà il 28 luglio, ma appena dieci giorni dopo partirà la seconda tornata, abbiamo deciso di utilizzare i bus cittadini per diffondere il nostro invito che ci auguriamo verrà accolto”.
È la fascia che va dai 45 ai 65 anni d’età, a Catania, la più generosa “per questo motivo il mio invito è rivolto con maggiore attenzione ai giovani – prosegue Santagati – ognuno di loro potrebbe permetterci di soddisfare il fabbisogno di sangue sul territorio. Non tutti sanno che la donazione è un benessere vissuto non soltanto dal ricevere, ma anche dal donatore”. A breve partirà una seconda campagna di sensibilizzazione, questa volta siglata anche da Avis, Fidas, S. Marco e Croce Rossa. “Pensiamo spesso che la vita di tante persone ammalate non dipenda da noi – conclude Biagio Santagati – e invece tutti siamo coinvolti. Tutti noi “fortunati” dovremmo avere un senso di responsabilità e dovere civico capaci di indirizzarci alla donazione, un gesto di bontà e amore unico”.
Ma cosa succede senza sangue? Nuccio Sciacca presidente Avis Catania non ha dubbi: “L’emergenza sangue ha delle conseguenze drammatiche. Senza sangue, ad esempio, i pazienti dei pronto soccorso vittime di incidenti stradali e non soltanto non potrebbero avere le giuste cure. Molti interventi di alta chirurgia verrebbero posticipati, in un Paese moderno come il nostro sarebbe difficile accettare una tale situazione, perché la vita non aspetta”. Eppure una sola donazione potrebbe aiutare persino 3 pazienti dal momento in cui il sangue viene diviso in globuli rossi, plasma e piastrine.
“Donare è davvero fondamentale – prosegue Nuccio Sciacca – basti pensare che un intervento di routine come ad esempio potrebbe essere il bypass cardiaco richiede 4-5 unità di sangue. Un bambino talassemico poi ogni due settimane ha bisogno di 1-2 unità di sangue, senza le quali avrebbe un notevole abbassamento di qualità della vita che lo allontanerebbe dagli altri bambini”.
“Ci sono dei requisiti base dai quali partire per poter procedere alla donazione vera e propria – spiega Nuccio Sciacca – in primis bisogna essere in buona salute, l’età va dai 18 ai 65 anni anche se per i donatori periodici la fascia massima può aumentare. Il peso, l’utilizzo di determinati farmaci, l’aver mai contratto particolari patologie, gli ultimi viaggi fatti e altri dati saranno fondamentali al momento della donazione ogni “aspirante donatore” verrà fornito di un test, al termine del quale, a seguito di un piccolo prelievo, verrà data o meno l’idoneità qualora risultasse tutto in norma”.
Come si articola nel dettaglio l’iter del donatore lo spiega Vincenzo Caruso dell’Advs-Fidas Catania: “Riempiremo il questionario, aiutati dal medico di turno, quindi si procederà al piccolo prelievo di sangue per verificare le condizioni base di idoneità alla donazione e poi, avuto l’esito degli esami dopo pochi giorni, la donazione in ospedale o nell’autoemoteca associativa. Iter un po’ lungo, ma necessario per le norme di sicurezza volute dalla Regione Sicilia, a garanzia del donatore e del ricevente”.
Il presidente dell’Avis Sciacca conclude: “La salute viaggia su un binario doppio, perché se da una parte vogliamo aiutare chi sta male, allo stesso modo dobbiamo assicurarci che il donatore stia bene prima, durante e dopo la donazione, dopo un prelievo il sangue si rigenera. È risaputo – chiosa – donare fa bene al corpo e allo spirito”.