Galati: "Crocetta mi accusa? | Prima si informi meglio" - Live Sicilia

Galati: “Crocetta mi accusa? | Prima si informi meglio”

L'ex dirigente generale del Dipartimento Energia replica al governatore: “Se solo mi avesse dato l'opportunità di incontrarlo, avrei potuto raccontargli quanto fatto insieme con l'allora assessore, il prefetto Giosuè Marino".

LA POLEMICA
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PALERMO – Il tema è quello dell’energia. E, in effetti, tra il governatore Rosario Crocetta e l’ex dirigente generale del Dipartimento, Gianluca Galati, una certa energia s’è sviluppata. Fatta di scintille. Sì, perché quando ieri mattina Crocetta ha detto che “sulla questione ‘Patto dei sindaci’ l’allora dirigente generale Galati non ha cavato un ragno dal buco”, l’ex dirigente silurato è sobbalzato dalla sedia. “Penso proprio che Crocetta non sia informato”, dice. E aggiunge: “Se solo mi avesse dato l’opportunità di incontrarlo (e questo è il mio unico rammarico) forse avrei potuto raccontargli quanto fatto insieme con l’allora assessore, il prefetto Giosuè Marino, in un dipartimento complicato come quello dell’energia”. Ma lui l’ha revocato senza preavviso, “ragion per cui – dice – mi trovo costretto a fare ricorso chiedendo che sia applicata la clausola contrattuale che prevede il pagamento di un anno di stipendio in caso di revoca senza preavviso per spoil system”.
Dal Dipartimento che lei dirigeva dipendono la costruzione di centrali elettriche da fonti alternative e rinnovabili. Che situazione ha trovato al momento del suo insediamento?

“Quando sono arrivato ho trovato circa 15 mila pratiche che aspettavano di essere esaminate. Alcune anche dal 2006… un caos difficile da raccontare. Iniziai facendo ruotare, nel pieno rispetto delle regole, il personale che gestiva autorizzazioni e concessioni; ho rimosso il dirigente che per anni aveva gestito il servizio, Francesca Marcenò. Ma ho anche costituito un archivio, ho pubblicato il calendario delle conferenze di servizio; ho velocizzato il rilascio delle autorizzazioni rendendole tracciabili su Internet; ho sollecitato alle Prefetture le informative antimafia sulle imprese richiedenti e ho firmato un protocollo con la Guardia di Finanza per avviare visite ispettive negli impianti eolici e fotovoltaici”.
Ma non ha fatto nulla sul Patto dei sindaci. Ed è questo che le rimprovera Crocetta.

“È vero. Abbiamo tardato qualche mese. Ma voglio ricordare solo due fatti che caratterizzarono i miei primi mesi al dipartimento: l’arresto di Gaspare Vitrano (deputato regionale del Pd, ndr), colto con le mani nel sacco mentre intascava una mazzetta da un imprenditore del fotovoltaico e l’indagine per concussione di Mario Bonomo. Diciamo che era importante dare avvio ad un’operazione di trasparenza… e l’abbiamo fatto. Sul Patto dei sindaci abbiamo iniziato a lavorare in aprile. Quindi, quattro mesi dopo il mio insediamento”.
E in che modo vi siete mossi?

“Prevedendo tre cose fondamentali: la creazione di una task force per dare assistenza ai Comuni; una convenzione con Sviluppo Italia Sicilia per fornire l’assistenza tecnica; e l’utilizzo dei fondi europei del Por per la creazione di infrastrutture di ‘efficentamento’ energetico. Cose, le prime due, che Crocetta ha criticato, ma alle quali sta dando un seguito”.
La task force di cui parla come è stata costituita?
“Abbiamo predisposto un bando per reperire personale altamente qualificato: undici persone che avrebbero dovuto affiancare i Comuni nella programmazione”.
Quanto è costata questa operazione?

“Circa due milioni di euro, finanziati con Fondi europei”.
Cosa prevedeva il suo programma?

“Nelle mie previsioni, sarebbe stata la Regione a dare assistenza ai Comuni nella redazione del Paes, ossia il Piano d’Azione per l’Energia sostenibile, attraverso queste undici persone e attraverso Sviluppo Italia Sicilia che, ricordo, conta in organico 86 dipendenti qualificati. Quindi, i Comuni aderenti al Patto, avrebbero potuto usufruire dei 110 milioni individuati dai Fondi europei per le infrastrutture e messi a disposizione degli enti locali attraverso un Accordo di programma quadro”.
Quando parla di opere infrastrutturali, a cosa si riferisce?
“Il Patto dei sindaci, lanciato dalla Commissione europea nel 2008, prevede che i comuni firmatari raggiungano i seguenti obiettivi: riduzione del 20 per cento delle emissioni ‘climalteranti’; aumento del 20 per cento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e risparmio del 20 per cento dei consumi di energia. Cose che si possono ottenere già con interventi mirati negli edifici comunali, con l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici pubblici, solo per fare qualche esempio”.
Crocetta si prepara ad arruolare 2.500 giovani che saranno pagati con fondi europei per aiutare i Comuni a redigere i progetti. Perché lei non ha pensato di utilizzare i fondi Ue per la progettazione?
“Perché mi è sempre stato detto che con i fondi europei non era possibile finanziare la programmazione, ma solo gli interventi infrastrutturali. Crocetta è riuscito ad aggirare questo ostacolo, trovando un accordo con il ministro Barca e attingendo al Piano di coesione nazionale”.
Crocetta dice però che in un anno non avete fatto nulla, né lei né gli interni. E aggiunge che “persino il povero Lombardo è stato preso in giro”.
“Il fatto che mi abbia detto di essere riuscito a prendere in giro Lombardo lo considero un complimento… e comunque voglio prendere questa dichiarazione come una battuta. Per quanto riguarda il resto, posso dirle che a luglio 2011 il dipartimento programmazione ci bloccò tutto. E Crocetta conosce bene la storia perché è stato proprio lui, allora europarlamentare, ad aiutarci a sbloccare la pratica. Insieme al prefetto Marino, lo incontrai a Bruxelles e, grazie al suo intervento, a novembre l’iter ripartì. Ad aprile 2012 presentammo agli enti locali il progetto in occasione dell’Energy day e riuscimmo con un’operazione di sensibilizzazione a far crescere il numero dei Comuni aderenti, portandoli da 60 a un centinaio”.
A luglio si dimette Lombardo e in autunno viene eletto Crocetta.
“A quel punto ho consegnato a Patrizia Monterosso tutto l’incartamento. Dubito però che lei l’abbia mai girato al presidente, viste le dichiarazioni fatte”.
E poi?
“Faccio avere al presidente la direttiva sul Patto dei sindaci e lui me la restituisce, senza apportare modifiche, controfirmata. Due giorni dopo, però, mi rimuove dall’incarico”.
Per il suo incarico di dirigente lei percepiva 150 mila euro lordi all’anno. La Regione continua a pagarla?
“In realtà, da dicembre non vengo più retribuito. E adesso, viste le modalità adottate, mi trovo costretto a fare ricorso. Le assicuro, però, che se solo Crocetta mi avesse ricevuto, io avrei consegnato la mia lettera di dimissioni, rispettando solo la clausola contrattuale che prevede tre mesi di preavviso. Applicare lo spoil system è un suo diritto. Ma ci sono modi e modi”.


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