"Energia, le bugie di Schifani": Angelini attacca, la replica

“Energia, le bugie di Schifani”: Angelini attacca, la replica

Il presidente della Regione risponde all'ultimo affondo dell'ex presidente del Cts

Aurelio Angelini rinfocola la polemica sulle autorizzazioni ambientali per le rinnovabili in Sicilia. Al presidente della Regione siciliana Renato Schifani, che gli rinfacciava di aver bloccato lo sviluppo del comparto, l’ex presidente della Commissione tecnica specialistica (Cts) aveva ribattuto contestando i dati di Terna.

Adesso l’ambientalista e docente universitario trae argomenti a suo favore da un’occasione pubblica della Cassa Depositi e Prestiti a Palermo. Su Facebook ha postato il frammento del roadshow in cui si sostiene che “nei primi nove mesi del 2022 sono stati autorizzati impianti fotovoltaici con un tasso di incremento del 300 per cento”. Motivo per cui “Schifani – ribatte Angelini – ha mentito durante e dopo la campagna elettorale ripetutamente, ha sostenuto il falso sulle autorizzazioni ambientali e sulla stessa amministrazione regionale”. Non solo. “Ha condotto insieme al presidente di Confindustria – ribadisce Angelini – una spregiudicata campagna diffamatoria sostenendo che la Cts aveva paralizzato l’economia della regione”.

A stretto giro la replica da Palazzo d’Orléans, che rifà la storia delle accuse di Schifani ad Angelini e gli imputa una delusione per il mancato rinnovo del contratto: “Circa due mesi fa il presidente Schifani e l’assessore al territorio Elena Pagana hanno proceduto ad una serie di audizioni di tutti gli organismi rappresentativi il mondo professionale ed industriale che avevano avuto negli anni pregressi rapporti con la Cts. La totalità di tali audizioni, senza eccezione alcuna, era stata caratterizzata da una pesante critica nei confronti della predetta commissione, protagonista della sostanziale paralisi di moltissime richieste rimaste addirittura inevase, in aggiunta a quelle di parere contrario”.

“La sostituzione del presidente uscente ha avuto luogo a fine anno in coincidenza con lo scadere del suo mandato – continua la nota – ed evidentemente ha deluso una speranza di rinnovo che, rimasta inevasa, probabilmente lo porta ad esternazioni figlie di nervosismo e mancata rassegnazione”.

Insomma, secondo il presidente, i rilievi erano fondati e la reazione dell’ex presidente del Cts solo frutto dell’amarezza per la fine del proprio rapporto di lavoro. E così lo scontro che si trascina da mesi è proseguito.

Schifani aveva accusato Angelini di essere come “Dracula all’Avis”. Angelini aveva già contestato i dati, ma al fianco del Presidente si erano schierati il presidente di Confindustria nazionale Carlo Bonomi e il responsabile siciliano degli imprenditori Alessandro Albanese. “Se Schifani – aveva dichiarato Angelini – si fosse fatto dare i dati dalla sua Regione e avesse fatto il monitoraggio delle attività, sarebbe uscito fuori che non solo non erano presenti 1.500 procedure, ma che non erano affatto bloccate e che si trovavano nella procedura in itinere dell’autorizzazione unica regionale che prevede un percorso lungo e complesso che discende dalla normativa nazionale. Invece l’avvocato Schifani ha preso per oro colato i dati di Alessandro Albanese (Confindustria Sicilia), il quale ha annunciato dossieraggi contro il Cts, e ha fatto una campagna elettorale contro di me”.

Ad Angelini aveva ribattuto il geologo Alfio Grassi, rappresentante legale del Consorzio della Pietra Lavica dell’Etna, che lo aveva definito “abile nel camuffare la realtà”. Dietro allo scontro, una guerra di cifre, insomma, ma non solo. Per Grassi “la quantità di pareri emessi dalla Cts (1.638, secondo i dati forniti da Angelini ndr), non corrisponde ai progetti effettivamente esitati, cantierabili quindi autorizzati. L’importante sono le istanze completate non tanto i pareri. Tanto più che nel 2022 i componenti della Cts sono raddoppiati passando da 30 a 60”. 

Questi i capitoli precedenti, fino al post su Facebook di Angelini e la reazione di Palazzo d’Orléans. Che non mancherà di dare nuovo fuoco alle polveri. Tanto più che, traendo spunto dalla vicenda, il governo annuncia una minirivoluzione che riguarda Cts e riserva ad Angelini una nuova stoccata.

“Il governo regionale – conclude la nota – sta riformando i criteri di selezione dei componenti, con nuove regole che semplifichino significativamente il funzionamento della commissione, rispondendo alla esigenza di dotarsi di un organismo che possa speditamente istruire le varie istanze, grazie anche ad una più marcata preparazione dei suoi componenti, sicuramente presieduto da persona di provata esperienza ed autorevolezza nel settore, e non certamente proveniente dall’associazionismo ambientale”.


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