Esami "comprati" all'Università | In 24 rischiano il processo - Live Sicilia

Esami “comprati” all’Università | In 24 rischiano il processo

I pubblici ministeri hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio. Nel 2010 tre dipendenti della segreteria dell'Ateneo di Palermo avrebbero intascato migliaia di euro per caricare esami mai sostenuti. Si continua a indagare.

PALERMO – L’inchiesta sugli esami comprati all’Università di Palermo è chiusa. Per ventiquattro persone, tra dipendenti della segreteria e studenti, i pubblici ministeri hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio. Adesso sarà il giudice per le indagini preliminari a decidere se mandarli o meno sotto processo.

Le indagini, però vanno avanti. Si continua a scavare tra statini e brogliacci dell’Ateneo di viale delle Scienze a caccia delle prove per dimostrare che altri iscritti non avrebbero rispettato le regole. Secondo l’accusa, sarebbe bastato mettere mano al portafogli – con cifre che in alcuni casi avrebbero superato i tremila euro – e nel piano di studi spuntavano esami mai sostenuti. Non c’era bisogno di presentarsi davanti ai prof della facoltà di Economia e Commercio, Architettura e Ingegneria. Fino a quando non si sono mossi il rettore gli agenti della sezione Reati contro la pubblica amministrazione della Squadra mobile.

Inchiesta chiusa per Paola Cardella, Rosalba Volpicelli, Ignazio Giulietto (tutti e tre impiegati dell’Ateneo. La prima è andata in pensione e gli altri due sono stati nel frattempo trasferiti d’ufficio), Francesco Giaconia (ex studente), e per gli studenti: Giuseppe Gennuso, Andrea Tomasello, Caterina Guddo, Riccardo Della Vecchia, Alexandra Ntonopoulu, Carlo Gaglio, Giuseppe Capodici, Alessio Mattina, Marilena Tusa, Francesco Pirrone, Francesca Pizzo, Gioacchino Maria Di Franco, Giuseppe Ciciliato, Claudia Vitello, Davide Di Salvo, Walter Graziani, Ilenia Messina, Giuseppe Lo Buono, Nunzio Fiorello, Paolo Coviello. I recordman degli esami taroccati sarebbero stati tre studenti di Economia e Commercio: Di Salvo, Lo Buono e Guddo con 25, 19 e 12 esami mai sostenuti.

Un avviso di garanzia era stato notificato anche ad Alessandro Alfano, fratello di Angelino, ex ministro della Giustizia e attuale segretario del Pdl. C’erano sospetti di irregolarità su tre esami sostenuti ad Economia. Irregolarità sempre smentite dai legali della difesa, gli avvocati Nino Caleca, Grazia Volo e Roberto Mangano. Dopo gli accertamenti la stessa Procura ha optato per l’archiviazione della posizione di Alfano che, subito dopo la pubblicazione della notizia dell’inchiesta, aveva deciso di dimettersi dalla carica di segretario generale di Unioncamere Sicilia. I suoi esami sono regolari come è emerso anche dalle perizie sui verbali di esami. Stessa cosa per Alberto Curzi, Riccardo Lo Giudice, Felice Ferraro, Alessio Signorelli, Simona Viola, Sabrina Tonolini, Serena Lo Cicero e Alessandra Gattina. Anche per loro c’è una richiesta di archiviazione.

L’inchiesta prese le mosse dalla denuncia della Volpicelli che raccontò ai poliziotti di essere stata avvicinata e minacciata da alcuni universitari. Davanti ai pubblici ministeri Sergio Demontis e Amelia Luise, coordinati dall’aggiunto Leonardo Agueci, poi arrivarono le ammissioni di alcuni studenti e la verifica degli accessi pirata nel cervellone elettronico dell’Ateneo dei quali rimane una traccia indelebile visto che vengono effettuati con una password.

 

 


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