PALERMO – “I neri sono dentro”, urlavano inferociti. Sfondarono la porta, rovesciarono della benzina sul pavimento e appiccarono le fiamme. Il blitz di ieri che ha portato in carcere dieci persone svela i retroscena di quella che era sembrata una rissa fra migranti e che, invece, sarebbe stata una spedizione punitiva.
Accadde nel febbraio scorso. Il rumore della palla contro la porta era diventato fastidioso. I nigeriani che vi abitavano uscirono di casa e rimproverarono tre ragazzini palermitani. La reazione fu violenta. Una decine di persone accorsero al grido “i neri sono dentro”. Poteva andare peggio. I tre nigeriani riuscirono a fuggire dalla piccola finestra del bagno sul retro dell’abitazione.
L’episodio viene ora contestato a Fabio D’Atria, Bruno Siragusa, Alessandro Cutrona e Giovanni Castronovo in concorso con persone al momento rimaste ignote. Sarebbero stati gli stessi minorenni a chiamare “a raccolta una moltitudine di amici o parenti del rione – si legge nel provvedimento di fermo -, all’evidente fine di punire in modo esemplare i tre ‘neri’ che avevano ‘osato’ lamentarsi. Ed infatti, accorsa una moltitudine di soggetti facinorosi ed urlanti, armati di spranghe, tutti tentavano di aprire il portoncino per prelevare a forza i tre stranieri e punirli. come si trattasse di una caccia alle streghe e fosse pronta la pubblica gogna”.
Una volta fuggiti in vicolo Vannucci, l’arrivo di carabinieri e dei vigili del fuoco evitarono che la caccia all’uomo proseguisse. Per i nigeriani una leggera intossicazione e una grande paura.
