PALERMO – “Dammi i soldi altrimenti non finisce qua… tanto ritorno”. Una frase minacciosa pronunciata alla fine della celebrazione della messa, davanti alla parrocchia Santa Maria della Lettera, in piazza Acquasanta.
R. C., 43 anni, prendeva di mira i fedeli. Il giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello gli ha imposto la libertà vigilata, obbligandolo a curarsi in un centro di salute mentale. Si tratta, infatti, di un soggetto da anni seguito dal dipartimento di Salute mentale. Solo che si è regolarmente sottratto alle cure.
Ora è indagato per tentata estorsione e rapina. Le denunce nei suoi confronti risalgono all’estate scorsa. Gli agenti del commissariato Libertà, allertati da una telefonata al 113, giunti all’Acquasanta videro il parroco inseguire Comello che poco prima aveva lanciato una sedia contro una donna che si era rifiutata di dargli i soldi. Ad un’altra aveva strappato il telefonino.
Dall’Acquasanta si era spostato davanti alla chiesa del Don Orione. Modus operandi identico: “Se chiami la polizia torno in chiesa e ti vengo a prendere… a te ti faccio vedere io, ora ci penso io, ti ammazzo, te ne devi andare”. Adesso è stato obbligato dal giudice a farsi curare.