Una violenta esplosione che fa crollare i bordi di crateri che vengono poi espulsi della ‘bocca’ sotto forma di colonne grigie scure di cenere lavica mista a gas, accompagnata da spettacolari ‘fontane’ di lava, emissione di brandelli incandescenti di magma che poi ricadono nelle zone sommitali del vulcano. E’ la descrizione della spettacolare eruzione lampo di ieri sull’Etna, durata diverse ore, che è culminata anche con l’emissione di una colata fuoriuscita dal ‘pit crater’, un cratere che si è aperto nella base di quello più grande del Sud-Est.
Il ‘braccio’ si è diretto nelle desertica Valle del bove e ha esaurito il suo cammino con la conclusione della fase parossistica del vulcano. I fenomeni si sono svolti tutti nella zona sommitale e non hanno costituito un pericolo per i centri abitati o per le persone. Ad eccezione della cenere lavica che, sospinta dai forti venti d’alta quota, e’ ricaduta su diversi paesi arrivando a Catania e Siracusa, e costringendo l’aeroporto Fontanarossa a chiudere dalle 18 di ieri alle 7 di stamattina, quando e’ tornato pienamente operativo. Dalla notte scorsa e’ tornato il sereno: i livelli sono rientrati nella norma e l’Etna appare tranquillo.
Un’eruzione lampo, quella di ieri, annunciata da una settimana di aumenti del tremore nei condotti magmatici interni, che si stanno verificando sempre piu’ spesso sull’Etna, segno che il sistema vulcanico è ‘carico’ di energia. Per gli esperti dell’Istituto nazionale di geofisca e vulcanologia di Catania il sistema è in movimento, continua a accumulare una enorme quantità di energia. Più che la conclusione di una fase eruttiva, quella della notte scorsa sembra una tregua in attesa della ripresa.