.....L'aggiornamento avviene dopo 26 anni....e hanno il coraggio di parlare. Ma una previsione, una programmazione in 12 anni precedenti con governo Nazionale di sinistra, no? Non dico altro....
Commenti
Lascia un commento
Gli ultimi commenti su LiveSicilia
Analoga situazione a due passi dal Palazzo della Presidenza in Corso Pisani e Agostino Catalano al buio pesto per il resto non commendo " sono situazioni ne vanno risolte nel giro di qualche giorno " Siamo a Palermo non nel VI mondo.
la gente incivile non cambiera' mai. brutta bestia l'incivilta'.
Rinnovamento parola d'ordine...
Buongiorno, volevo confermare quanto letto , secondo me in molte delle vie elencate si potrebbe cominciare a potare gli alberi che coprono in maniera totale le lampade , tra l’altro ritengo anche fonte di pericolo per i rami troppo lunghi. Cordiali saluti
Il governo regionale crocettiano attivamente coadiuvato dal PD vedi il legislatore Cracolici, Baldo Gucciardi nonchè da una opposizione debole ha messo in piedi questa PLATEALE CIOFECA – annullando di fatto un ente che è sempre stato il più aderente ai territori – molto più degli stessi comuni. Si sono piazzati commissari a pioggia” tanto per ingannare il tempo” che avrebbero per legge il compito della sola amministrazione ordinaria, adesso si convocano . Ci si chiede per cosa? Per sentirsi raccontare che il fallimento è avanzato? Oppure tanto per ingannare il tempo?
Ma se alle aree interne togliete pure le province, cosa resterà?? Comuni in dissesto e privi di capacità gestionale e progettuale. La fine. Già sono sparite banche, uffici dello Stato, commercio …. il deserto. E non pensate solo agli attuali dipendenti (quasi tutti in attesa di pensione), immaginate di trovare dei giovani capaci attivi per rivitalizzare i territori. Pensate…
La provincia, ente inutile fra gli altri enti inutili (regione, tanto per citarne uno), aboliti in tutta Italia, in Sicilia vanno ripristinate? e perchè? Per non rinunciare a feudi elettorali forse? Buffoni.
E’ una situazione aspra e difficile da risolvere in una recessione del genere e soprattutto con una finanziaria così impegnativa, quanto incognita. In merito sono stati fatti in anticipo proclami di garanzie di sicurezza e roseo futuro proprio da parte di qualche ottimista commissario oggi convocato, più prudenza dai politichesi di ieri e di oggi. La riunione convocata ? Qualcuno deve fare il suo sterile gioco e prendere tempo….. ancora tempo per aspettare un tempo… quale? Cortocircuito stabilizzato.
Crocetta ha trasformato la Sicilia in una cloaca. Ha abolito le Province per finta perché sono rimaste ma senza poteri e soldi per potere fare funzionare Scuole strade e ambiente oltre che la promozione delle varie Province come territori.
Adesso si piange e si cerca ancora di fare qualcosa di utile come renderli funzionali. Dopo che è stato fatto il danno ancora si cerca di cercare nuove leggi. La Corte Costituzionale ha sbagliato non dare ragione alla Regione e a Musumeci Presidente. Adesso occorre iniziare da capo per rifare una legge che dia il potere al Popolo di leggere i Presidenti e i Consiglieri Provinciali.
Finiamola di scherzare con il Popolo.
Le province non servono a nulla. Il nostro Statuto speciale le abolì già nel 1947. Rimasero in piedi solo perchè funzionali agli apparati di partiti e sindacati. Le loro competenze, veramente poche, possono agevolmente spartirsi tra Regione e Comuni, con notevoli risparmi. Il personale pure. Bene fece Crocetta a sopprimerle, male tutti coloro che si misero di traverso, verosimilmente per ragioni di mero campanile e mantenimento di posti di sotto-governo. Quelli che qualcuno, oggi, vorrebbe presentare sotto il nome, affascinante, di “democrazia popolare”. Al popolo non importa di eleggere direttamente gli organi di un ente di rara inutilità come la provincia. Al popolo interessa l’efficienza dei servizi forniti. Gli organi elettivi costano. Per questo bisogna essere accorti nello stabilire il livelli di Governo. 3 – Stato – Regione e Comune – bastano ed avanzano. Di un quarto non se ne sente affatto il bisogno. Se le regioni sono troppo grandi si smembrino. La Sicilia fu divisa in 3 dagli antichi. Se andava bene per loro figurarsi oggi al tempo di internet.
Non fu colpa di Crocetta, ma di chi si mise di travero. Le province dovevano essere abolite veramente e le funzioni, con il personale, ripartite. Non lasciarle nel limbo come ora.
Province aderente ai territori? Ma quando mai. Sono solo enti, specie le più piccole, che servono a stornare, artificialmente, risorse a vantaggio dei cosiddetti capoluoghi, che poi capoluoghi, di fatto, non sono. Non lo è Ragusa nei confronti di Modica o Vittoria. Figurarsi Caltanissetta per Gela, od Enna per Piazza Armerina. Tutte queste città “capoluoghi compresi” fanno riferiemnto a Catania, salvo Caltanissetta che guarda a Palermo. Come tutte le cittadine della Sicilia Occidentale: Marsala, Mazara del Vallo, Sciacca e -sissignore -Trapani ed Agrigento. L’unico comprensorio, in Sicilia, che può veramente considerarsi ‘provincia’ con un vero capolugo, è la provincia di Messina, che corrisponde, infatti, all’antico Valdemone. Ecco, al limite si ripristino gli altri 2 valli, riportando la suddivisione interna siciliana a quella storica e naturale e non se ne parli più.
A mio avviso Arturo lei ha veramente un quadro eccezionalmente NON chiaro. A parte considerazioni di ordine generale sulla conoscenza delle molteplici attività , fantascientifica l’idea di travasare il personale su Comuni ( in default ) che hanno peggiorato la condizione finanziaria con le stabilizzazioni o alla Regione che è in evidente crisi finanziaria come il resto.
Arturo, invece ha perfettamente ragione. Lo statuto datato 1947 precede la Costituzione della Repubblica e ne anticipa parecchi principi. Esso infatti non prevede nella sua stesura originaria le province ma solo comuni e “liberi consorzi di comuni”. La stessa Costituzione del 1948 le recepisce dal vecchio ordinamento per ragioni di continuità ma ne trasferisce le funzioni (quindi sopprimendole) alle istituende regioni ( a statuto ordinario) create tardivamente nel 1970. essendo l’epoca delle “vacche grasse” si preferì mantenerle comunque per garantire un ceto politico/amministrativo parassitario che già allora esisteva. Oggi queste realtà non hanno senso e non corrispondono alla reale esigenza dei territori, andrebbero soppressi senza indugio. Le loro funzioni (spesso delegate ) andrebbe trasferite alle regioni con il personale e il patrimonio immobiliare che potrebbe essere utilizzato come sede degli uffici regionali evitando i salatissimi affitti e disagi che la regione fronteggia. Unica soluzione ragionevole che i pavidi politici di Palermo e Roma non hanno il coraggio e buonsenso di adottare.
Manuel hai fatto una proposta logica e sensata, sono daccordissimo con te! Del resto le attuali funzioni delle ex province sono tutte di respiro “sovracomunale” ossia che oltrepassano le capacità gestionali di un singolo Comune come: le strade provinciali che passano da tanti comuni e le scuole superiori che soddifano l’utenza demografica di più realtà, quindi non può essere solo il comune in cui è ubicato l’istituto scolastico superiore a farsi carico della sua gestione e manutenzione spesso costosissime! Inoltre, i comuni hanno gà i loro edifici da gestire (scuole elementari, scuole medie e asili nido) nonchè tutte le strade comunali di pertinenza. Secondo me è corretto così, ossia passare competenze e personale alle regioni, pensando per l’occasione, di rimodulare tutti gli uffici regionale alla luce di queste nuove funzioni e del nuovo personale (di ruolo e vincitore di pubblico concorso) che darebbe nuova linfa e slancio a tutti gli uffici regionali svuotati da questi pensionamenti selvaggi!