PALERMO – Dalla critica durissima al centrodestra siciliano “litigiosissimo e gattopardesco” sul nuovo ddl Province, “che rappresenta un’inaccettabile provocazione”, all’auspicio per la costruzione di una coalizione “ampia e inclusiva” in chiave Regionali 2027. Prima, però, ci sarà il congresso regionale del suo Pd dove Anthony Barbagallo, non esclude di potere essere ancora protagonista con la ricandidatura: “Faremo una valutazione con il partito”, dice l’attuale segretario dei dem siciliani.
Sulle Province un nuovo ddl del centrodestra riporta sul tavolo l’elezione diretta.
“Guardi, faccio politica da quando sono ragazzino e le assicuro che ne ho viste tante ma stavolta sono incredulo di fronte all’ennesima giravolta del centrodestra siciliano. Dopo 12 anni di commissariamenti, con il decreto di indizione delle elezioni già pubblicato, i capigruppo di maggioranza presentano un testo che riporta le lancette a 20 anni fa, non solo reintroducendo l’elezione diretta ma ripristinando le indennità e triplicando i componenti rispetto alla legislazione vigente. Il tutto come se in questi 20 anni non fosse accaduto nulla: dal dibattito sui costi della politica e sulla rappresentanza provinciale, fino alle sentenze della Corte costituzionale (chiarissime e perentorie) che hanno polverizzato la legge voluta dal governo Musumeci e dalla sua maggioranza che nel 2018 introdusse l’elezione diretta. Da allora, dal punto di vista normativo non è cambiato nulla”.
Il centrodestra ha un’altra visione del quadro.
“Sarebbe un’inaccettabile e irricevibile provocazione che configurerebbe, come già ha rilevato il Pd in aula, delle gravi violazioni dello Statuto che possono portare allo scioglimento dell’Assemblea regionale. Parliamoci chiaro, quel testo è una scusa per non votare. Il litigiosissimo centrodestra non trova la quadra, teme di perdere le elezioni e quindi getta la palla in tribuna. Non solo, ma c’è un grande fantasma che si aggira in Sala d’Ercole”.
Quale fantasma?
“Quello di consiglieri provinciali bravi e preparati che potrebbero soffiare il posto ai deputati regionali; questa è la ragione per cui il centrodestra preferisce votare una legge palesemente incostituzionale per dar vita ad un nuovo contenzioso e rinviare ancora una volta le elezioni”.
Il Pd che farà?
“Farà le barricate dentro e fuori il palazzo. Se il centrodestra vuole votare veramente modifichi la legge Delrio; basta approvare, alla Camera e al Senato, una modifica di un rigo che consenta la deroga per la Sicilia. Ma non lo faranno, il loro vero obiettivo è quello di non votare. Il solito atteggiamento gattopardesco del centrodestra siciliano. La peggiore classe dirigente che il centrodestra ha in Italia; sempre i soliti noti che da decenni promettono di cambiare le cose per non cambiare nulla. Vale oggi per le Province, ma vale anche per i termovalorizzatori che promettono di realizzare dal 2001 ma invece lasciano tutto in mano ai padroni delle discariche. O come per la siccità dove fanno annunci roboanti mentre sottobanco assicurano l’acqua per gli yatch e scaricano le responsabilità sui sindaci”.
Alla Direzione ha parlato di campo ‘il più largo possibile’ in caso di elezioni di secondo livello. Ci sono già delle interlocuzioni con altre forze politiche?
“La vera competizione elettorale sarà nei sei Liberi consorzi, dove si vota per eleggere il presidente della Provincia e la sua maggioranza. Per noi gli interlocutori sono tutti quelli che non sono rappresentati in giunta nel governo Schifani. Inoltre, ci sono tanti amministratori delusi dalle politiche faziose e discriminatorie del governo che continua ad elargire prebende ai sindaci amici, tradendo quelli di altri colori politici. Ecco, il Pd è chiamato ad interpretare il dissenso verso il governo tra questi amministratori. Il centrodestra ha paura del voto, per questo scappa e vuole rinviarlo”.
Il tema del campo largo si riproporrà anche per le Regionali. Cateno De Luca guarda a destra ma nel frattempo continua a mandarvi ultimatum, segno che la porta è ancora aperta a quella coalizione che all’Ars ha marciato compatta?
“All’Ars i gruppi di opposizione, pur decimati dalla solita e spregiudicata compravendita di parlamentari da parte della maggioranza, ha fatto e continua a fare un buon lavoro. Spero che con il contributo di tutti si costruisca una coalizione ampia e inclusiva, ma soprattutto con una visione chiara sul modello di sviluppo della nostra terra a partire dai temi del lavoro, dell’ambiente, e di una valorizzazione e fruizione dei beni culturali degni della Regione con più siti Unesco al mondo”.
Alla Direzione regionale si è assistito allo sfogo del giovane Marco Greco. Che opinione si è fatto di quelle critiche e qual è la ricetta per cambiare l’opinione che alcuni vostri giovani hanno del Pd?
“In direzione sabato c’è stato un dibattito proficuo e propositivo. Un grande partito non può prescindere da un’organizzazione giovanile incisiva e presente. La nostra segretaria ha da sempre mostrato grande attenzione per i ragazzi e, soprattutto, per le loro idee. In Sicilia, siamo tra le poche regioni in cui il Pd ha eletto, sia deputati regionali che consiglieri comunali delle grandi città, giovanissimi. Il congresso a tutti i livelli offrirà opportunità di ascolto, di confronto, di rilancio e soprattutto di apertura. Serve un modello di partito che sappia sempre di più accogliere, includere, ed interpretare i bisogni delle giovani generazioni così come della società civile”.
Al congresso ci sarà la ricandidatura di Anthony Barbagallo?
“Sono impegnato a lavorare e a gestire questa fase delicata di avvio della fase congressuale nel modo più attento possibile, sono a disposizione del partito. Quando arriverà il tempo della presentazione delle candidature faremo una valutazione insieme con il partito”.