PALERMO – La strada è già in salita. È quella che dovrebbe condurre, a oltre un anno dell’inizio dell’evento, al pagamento dei debiti nei confronti dei fornitori di Expo. Ditte, professionisti, persino stagisti dell’Università che hanno preso parte all’Esposizione milanese per conto della Regione. E che ancora non hanno ricevuto un euro di quelli “concordati”. Il motivo? Una complessa vicenda burocratico-politica che ha coinvolto gli assessori che via via si sono avvicendati, il commissario unico del Cluster Bio-Mediterraneo Dario Cartabellotta e anche i dirigenti che hanno, a loro volta, commissariato lo stesso Cartabellotta.
I problemi starebbero nell’origine dei finanziamenti, che sarebbero stati assicurati, secondo i commissari governativi, senza una copertura finanziaria. Copertura che invece ci sarebbe, secondo Cartabellotta che ha anche portato in Commissione bilancio tutti i dati. E almeno su un punto, adesso sembra si sia fatta chiarezza: i soldi per pagare ci sono. Ma sono congelati, in attesa che l’Ars approvi una legge che riconosca questi “originali” debiti fuori bilancio. Nel frattempo, però, le somme rischiano di non bastare, perché sono già piombati sulla Regione alcuni pignoramenti che rischiano di far “schizzare in alto” i pagamenti, a causa delle spese legali.
La soluzione, come detto, sarebbe stata trovata in una specie di “sanatoria” con la quale l’Ars dovrà riconoscere questi debiti. Il testo è stato incardinato questo pomeriggio a Sala d’Ercole. Ma l’approvazione non è per nulla scontata. Le critiche infatti sono state tante, da parte delle opposizioni.
“Lo scorso anno – ricorda il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone – la Regione siciliana partecipò all’esposizione universale di Milano nel Cluster Bio Mediterraneo, un’iniziativa costosa e mal gestita da palazzo d’Orleans, che non ha portato alcun reale beneficio alla nostra terra, e che ha lasciato invece un debito fuori bilancio di 2 milioni e 600 mila euro. Una cifra enorme, – prosegue – che certifica la totale incapacità del governo Crocetta nell’organizzare quasiasi iniziativa, che da opportunità si trasforma puntualmente in fallimento. Insieme alla figura barbina per una presenza all’Expo che non fu per nulla qualificante, ci rimangono i debiti, per la copertura dei quali la maggioranza, come è solita fare, non avendo i numeri chiede ora soccorso anche alle opposizioni. Ci troviamo di fronte – conclude Falcone – all’ennesima disfatta crocettiana, che i siciliani avranno modo di giudicare”. Un’idea condivisa con altri esponenti del gruppo, intervenuti durante la seduta di oggi: “La giunta – l’attacco di Giuseppe Milazzo – avrebbe avuto tutto il tempo di fare una variazione di bilancio e liberare quelle somme. Io sono stato chiamato a riconoscere un debito fuori bilancio: ma questa vicenda non rientra in nessuna fattispecie relativa ai ‘debiti fuori bilancio’, così come sono stati descritti dalla Corte dei conti”.
A difendere la norma, l’assessore all’Agricoltura Antonello Cracolici: “Se qualcuno ha prodotto un danno erariale – ha rassicurato i deputati – pagherà di persona. Ma non possiamo perdere altro tempo: rinviando ancora l’approvazione di questa legge non facciamo altro che fare un danno ad aziende anche siciliane che hanno lavorato per la Regione. Le beghe della politica – ha aggiunto – non ricadano sulle persone”. Ma l’opposizione ha insistito: “Se era così necessario – ha attaccato il deputato del Movimento cinque stelle Giancarlo Cancelleri – perché questo provvedimento non è stato portato in Aula prima? E adesso che sono arrivati i decreti ingiuntivi e le relative spese legali, come ci comportiamo?”. A puntare il dito contro la norma, anche l’ex Megafono e oggi socialista Antonio Malafarina: “Chiamiamo ‘debito fuori bilancio’ qualcosa che non è un ‘debito fuori bilancio’. È semmai l’esempio di una burocrazia farraginosa e inetta che vuole scaricare la responsabilità sulla politica. Ma stavola la politica non c’entra nulla”.
A difesa del testo, invece, il capogruppo del Misto, Mimmo Fazio: “Si tratta di un debito fuori bilancio solo formale, non sostanziale: i soldi ci sono”, e i “Centristi per la Sicilia” nuova denominazione assunta dall’ex gruppo Udc: “Il dirigente Cartabellotta che ha portato avanti tutta la vicenda dei pagamenti – ha detto il capogruppo Mimmo Turano – è un burocrate corretto e perbene. Questa legge non fa altro che ratificare pagamenti legittimi”.
Ma la strada è già in salita. Anche dalla maggioranza qualche voce si è alzata per chiedere il ritorno del testo in commissione. La legge però è stata infine incardinata: nei prossimi giorni si saprà se l’Ars “riconoscerà” questi strani debiti fuori bilancio. E se finalmente potranno essere effettuati i pagamenti per decine di creditori. Prima che arrivino nuovi pignoramenti.