E’ stato il vero padrone di casa della Leopolda, almeno in questa fase iniziale. Ha ammonito. Ha ‘babbiato’ come sa fare, con quel sorriso da gigione. Ma è stato pure capace di afferrare il filo di una matassa ingarbugliata.
Nettissimo è stato. Con tutti i suoi difetti, sempre ha avuto il pregio di parlare chiaro: “Stiamo ancora a parlare di chi è più adatto a fare il segretario del Pd o di Fi e qui Lega e M5s prendono l’80 per cento. Ci hanno fottuto, abbiamo sbagliato. Al nostro interno ci siamo massacrati. Io dico proviamoci, ma qual è la strada per vincere a livello nazionale non lo so. In Sicilia ho messo insieme i cocci di vasi rotti, distrutti, e ho vinto, ma in Italia non so. Io con Faraone parlo, non sempre lo capisco, però dobbiamo trovare insieme una strada contro il populismo”.
Insomma, visti i chiari di luna e la padronanza con cui si è mosso in casa d’altri, considerato che sono apparsi tutti ‘la stessa cosa’, la provocazione sorge spontanea, tra il faceto e la tragedia politica. Il Pd elegga segretario Gianfranco Miccichè. Ma sì, ma sì. Tanto, più rottamati di così…