PALERMO – “Giuseppe è con noi, è vivo. La morte non può vincere sull’amore”. A farsi spazio in un silenzio surreale, sono le parole di monsignor Corrado Lorefice. È stato l’arcivescovo di Palermo a celebrare il funerale di Giuseppe Liotta, il pediatra palermitano di 40 anni trovato senza vita dopo cinque giorni di ricerche a Corleone.
Tantissima gente è accorsa per dare l’ultimo saluto al medico: la chiesa Mater Ecclesiae di viale Francia, strapiena, ha accolto il feretro con commozione. In centinaia, tra amici, parenti, colleghi e semplici cittadini che giorno dopo giorno hanno seguito l’evolversi della tragedia, hanno partecipato alla celebrazione. In prima fila, la moglie di Liotta, Floriana Di Marco con i genitori e la famiglia del marito.
Lorefice si è subito rivolto a loro durante la sua omelia: “Cari genitori di Francesco, parenti, fratelli e sorelle, sento forte il bisogno di stringermi accanto a voi, di farvi giungere la mia vicinanza per questa lacerante sofferenza per la perdita di Giuseppe. Dopo gli estenuanti giorni di ricerca possiamo trovare conforto nella Bibbia, con la quale Dio continua il dialogo con noi sulla vita terrena. il Cantico dei Cantici parla della ricerca spasmodica dell’amato: ‘Voglio cercare l’amato, ma non l’ho trovato. Nel Vangelo, Maria trova il sepolcro vuoto, non sapeva dove avevano posto Gesù. Per questo vi dico che Dio ha sentito il vostro grido, conosce già la vostra angoscia, lui conosce la nostra sofferenza, quella di chi perde la persona sempre amata. Anche Gesù è morto per amore, solo per amore. Lui è l’amore, che si rivela sulla croce. Le grandi acque non possono spegnere l’amore. Né i fiumi travolgerlo. La morte continua a riempire i sepolcri, ma per chi muore avendo conosciuto l’amore di Cristo, il testimone di Dio è amore. E nulla può la morte. Giuseppe è stato trovato in un vigneto, è un vero discepolo di Cristo. Gesù dice: ‘Rimanete in me ed io in voi’. Fino all’ultimo Giuseppe ha amato tutti, la sua adorata famiglia, i suoi parenti, i tanti figli che ha curato ed accompagnato per il suo lavoro da pediatra. Giuseppe affrontava la giornata con un alto senso del dovere, come padre, marito, membro della comunità parrocchiale e come medico. Giuseppe è vivo perché ha amato, è con noi. Le grandi acque non possono travolgere l’amore”.
Liotta in questi giorni è stato definito “eroe”, ma è stata la moglie a precisare, al termine dell’omelia: “Giuseppe non lo era, per lui bastavano piccoli gesti per fare del bene. Non ha messo a repentaglio la sua vita per i suoi piccoli pazienti, perché i primi piccoli pazienti erano a casa, sono i nostri due figli. Se dobbiamo parlare di eroismo, allora vanno elogiati tutti i lavoratori che quella notte erano al lavoro. Mio marito era un uomo animato da un estremo senso del dovere. Ringrazio le istituzioni che si sono fatte presenti, ho incontrato una pia donna, il prefetto di Palermo, che è stata come una madre per me. Ringrazio anche il sindaco di Palermo e la città di Corleone, l’Arma dei carabinieri, sono stati degli eroi”.
Poi ha proseguito: “Per me non è semplice essere qui e non riesco ad aggiungere nulla alle parole d’amore raccolte per Giuseppe. Vorrei avere per tutti coloro che ci hanno aiutato con una carezza, a partire dalle forze dell’ordine ai volontari, fino all’unità di crisi e a tutti coloro che hanno partecipato alle ricerche. Ora dovrò affrontare tutto questo, ma non sono mai stata sola”.
Presenti in chiesa, oltre al prefetto Antonella De Miro, il sindaco Leoluca Orlando e il commissario dell’Asp Antonino Candela, i soccorritori che hanno recuperato il corpo senza vita del medico. Dal tecnico del Cnsas che il giorno del ritrovamento era a bordo dell’elicottero, Vincenzo Biancone, ai poliziotti del IV Reparto Volo. Il feretro, coperto dai fiori bianchi, ha poi lasciato la chiesa tra gli applausi, portato a spalla dagli uomini del Soccorso Alpino. “Questo mondo ha bisogno di persone come Giuseppe – ha detto un collega del pediatra – ma purtroppo sono sempre le più preziose a lasciarci”. “Giuseppe – ha commentato una donna – aveva un sorriso indimenticabile. Si dedicava al suo lavoro con una passione rarissima. Ho il cuore a pezzi”. “Le parole di Floriana mi hanno colpito tantissimo – dice un altro collega di Liotta, fuori dalla chiesa – è incredibilmente lei a darci la forza per convivere con questa realtà. Le staremo vicini, Giuseppe sarà sempre con noi”.