15 Gennaio 2022, 06:11
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Pubbliservizi val bene cinque milioni di euro. O forse a valere questi soldi sono i quasi quattrocento dipendenti e le loro famiglie, che guardano al 17 gennaio nella consapevolezza che il loro futuro passerà da quella data. Lunedì, infatti, al tribunale fallimentare di Catania si discuterà la richiesta di ammissione al concordato preventivo per Pubbliservizi spa, la società partecipata della Città metropolitana da anni – ormai – in bilico tra la bancarotta e il rilancio. Il consiglio di amministrazione della società ha firmato pochi giorni fa la proposta di concordato da presentare ai magistrati di piazza Verga e dentro c’è anche uno stanziamento straordinario di cinque milioni di euro che arrivano direttamente dalla ex provincia.
Lo scorso 29 dicembre, infatti, il sindaco metropolitano Salvo Pogliese ha approvato il prelievo della somma dal “Fondo perdite delle società partecipate” della Città metropolitana, con il parere contabile favorevole del responsabile del settore Francesco Schilirò. Un provvedimento necessario per affrontare al meglio le prossime tappe della lunga storia dei conti di Pubbliservizi, visto che all’udienza di lunedì i giudici fallimentari potrebbero scegliere due strade diverse. La prima è quella che si augura Pogliese e che desiderano i lavoratori, cioè l’approvazione del concordato con la possibilità di ripartire da zero, con un piano di ristrutturazione del debito (e quindi la definizione di creditori più o meno prioritari) giudicato credibile dal tribunale. La seconda strada, invece, è quella della mancata approvazione del concordato, con la conseguenza del fallimento.
All’udienza del 17 gennaio, la ex provincia vuole arrivare pronta e con il bancomat pieno dei soldi per Pubbliservizi. A differenza di quanto accaduto nel 2018, quando il tribunale aveva ampiamente censurato il comportamento della Città metropolitana, che aveva promesso aiuti economici ma poi non aveva messo mano al portafogli. Stavolta i cinque milioni di euro una tantum ci sono, ma questo non basta a diradare le nubi che si addensano ormai da anni sul cielo delle Ciminiere, dove la società ha sede. Intanto perché la decisione del tribunale non è scontata. E poi perché, se anche arrivasse l’omologazione del concordato, la società dovrebbe tentare di restare in pari, mese dopo mese.
Nell’ambito del contratto tra Pubbliservizi e la Città metropolitana sono già stati proposti aumenti per 980mila euro (più soldi contro l’emergenza neve o per la manutenzione del verde, per esempio), ma nel decreto firmato da Pogliese c’è di più: si propone, infatti, la “predisposizione di clausule che, a decorrere dal 2022, impongano la verifica annuale della permanenza della convenienza economica attraverso il Mepa (il mercato elettronico, ndr) e l’eventuale adeguamento degli importi in caso di verifica negativa”. Tradotto dal burocratese: bisognerà verificare che i servizi della società partecipata abbiano costi compatibili con il mercato. E questo dovrà essere fatto almeno ogni anno. Un tentativo di superare solo una delle criticità di gestione di un pachiderma che si muove sui conti pubblici etnei.
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15 Gennaio 2022, 06:11