PALERMO – Provvedimento organizzativo della fase 2 nelle aule di giustizia giudicato insufficiente e penalizzante per la categoria forense e per la tutela legale dei cittadini. Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera del presidente dell’Associazione Italiana Avvocati di Palermo, Piero Alosi.
L’Associazione Italiana Avvocati ritiene che il provvedimento organizzativo emesso dal Presidente del Tribunale di Palermo in data 08.05.2020 si riveli insufficiente ed inadeguato a far fronte ai diritti dei cittadini ed alle preoccupazione che affliggono la classe forense, in quanto pur comprendendo che lo stesso è finalizzato a scongiurare un proliferarsi del contagio da Covid-19, potrebbe comportare il disastroso effetto di ledere il diritto di accesso alla Giustizia dei cittadini i quali chiedono, anche in questo periodo tutele e garanzie; dunque, la sostanziale chiusura delle attività giudiziarie rischia di provocare una denegata giustizia.
Invero, deve evidenziarsi che qualsivoglia settore produttivo o professionale non può “ripartire” né tantomeno proseguire qualora non possa contare sulla tutela e difesa dei diritti accordati dalla Legge. Parimenti, i cittadini non possono tutelare i propri diritti in seno lato ed in alcuni casi non potranno trovare tutela processuale anche qualora siano rimasti vittime di fattispecie di reato alquanto decettive e connotate da un certo disvalore sociale.
Paradossalmente, assistiamo ad accorati appelli da parte di tutti i settori produttivi e professionali, provenienti anche da regioni dove l’incidenza pandemica ha avuto conseguenze tragiche e nefaste, a riprendere le attività con i dovuti accorgimenti mentre in Sicilia, ove grazie al tempestivo intervento legislativo ed al buon senso dei cittadini, il contagio è stato limitato, si adotta la decisione di fermare di fatto la macchina giudiziaria.
Sotto altro aspetto, non può negarsi che la paralisi dell’attività giudiziaria, già ferma dal del 08.03.2020, fino al mese di settembre, sconforta, umilia ed avvilisce tutta la classe forense che non ha alcuna garanzia di un reddito certo.
Infine, deve evidenziarsi con grande costernazione di tutta la classe forense condivisa da tutte le Associazioni rappresentative della categoria che le proposte volte alla ripresa delle attività giudiziarie avanzate dall’On. Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palermo e dall’Unione degli Ordini Forensi sono rimaste parzialmente disattese.
Tra l’altro, il rinvio al 31.07.2020 – e di fatto al mese di settembre – della maggior parte delle attività non costituisce una soluzione alla emergenza pandemica, che certamente non cesserà alla suddetta data, ma una misura, meramente, provvisoria ed inadeguata per le ragioni sopra esposte.
Peraltro, se da un lato le attività del Tribunale di Palermo resteranno sospese dall’altro lato non è legislativamente prevista alcuna sospensione dei termini processuali, circostanza che potrebbe avere effetti rovinosi per lo svolgimento della professione forense e dunque, di riflesso, del costituzionale diritto di difesa e ciò a scapito della collettività .
Non possiamo restare in silenzio. I primi ad essere danneggiati dalla situazione creatasi non siamo noi avvocati ma i cittadini che abbiamo il dovere etico professionale e morale di difendere da qualunque lesioni e violazione dei loro diritti così come abbiamo solennemente giurato.
Auspichiamo pertanto un ripensamento delle determinazioni organizzative adottate e l’immediata ripresa dell’attività giudiziaria certi che gli avvocati sono pronti a far la loro parte, pronti a sacrificarsi, pur di riprendere a svolgere la propria professione per tutelare i cittadini nonché il diritto di difesa e di accesso alla Giustizia.
Il presidente, avv. Piero Alosi